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11
Agosto

Riforma province affossata. Si va verso l'elezione diretta

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Pubblicato in Attualità

L’assembla regionale siciliana fa ufficialmente un passo indietro riguardo la riforma delle Province.

Dopo anni di discussioni, polemiche e confusioni l'Ars approva l’elezione diretta per il presidente dei Liberi consorzi, per il sindaco metropolitano e per i consiglieri di questi enti, che altro non sono che le vecchie Province ma sotto altro nome.

 

La reintroduzione «mascherata» delle province è stato un vero e proprio blitz. Il voto è arrivato dopo che l’aula aveva approvato le norme della cosiddetta finanziaria bis. A sorpresa i deputati hanno chiesto alla presidenza dell’Ars di mettere ai voti il disegno di legge, iscritto all’ordine del giorno da tempo, che reintroduce il voto diretto nelle ex Province.

 

Se la legge entrerà in vigore le elezioni si dovrebbero svolgere in primavera. Ma non è l’unica novità destinata a far discutere. Nel provvedimento varato è prevista anche la reintroduzione delle indennità, che per il presidente saranno uguali a quelle del sindaco della città capoluogo. Per i consiglieri, invece, sono previsti dei rimborsi spese.

 

La legge regionale segna un ritorno al passato. La Sicilia, infatti, aveva deciso di anticipare la riforma Delrio cancellando per prima le Province, ma da allora le elezioni indirette (cioè affidate agli amministratori locali) sono sempre state rinviate. Una legge che passa tra polemiche: favorevoli 32 deputati su 47.

 

Esulta il centrodestra: “Abbiamo messo fine alla riforma più strampalata di Rosario Crocetta. Le ex province sono state massacrate da scelte scellerate del Pd per cinque anni. Ora si vede un po’ di luce. Torna anche la democrazia con il voto a suffragio universale” afferma Vincenzo Figuccia, deputato di Forza Italia.

 

Replica l’assessore regionale all’Agricoltura Antonello Cracolici: «La decisione del parlamento siciliano di approvare gli articoli della legge che ripristina l’elezione diretta a suffragio universale del sindaco metropolitano è una palese violazione della norma nazionale. È evidente che questa legge sarà impugnata dal governo nazionale, determinando un ulteriore condizione di caos sulle ex province».

 

Anche i grillini attaccano. Pungente il candidato cinquestelle alla presidenza Giancarlo Cancelleri, che ribatte: “Il governo regionale e quello nazionale hanno tagliato fondi alle province gettandole nel caos, un caos targato PD, ed oggi Partito Democratico, con Forza Italia e altri partiti, anziché rispondere ai cittadini con i servizi rispondono con le poltrone”.

 

Per Alice Anselmo e Giovanni Panepinto del PD si tratta invece “di un atto di provincialismo politico ed accanimento inaccettabile nei confronti dell'attuale sindaco di Palermo”.

 

Parla, infine, con amarezza Crocetta: “Purtroppo è stata affossata una grande riforma – commenta il governatore – il modello che avevamo proposto serviva a garantire la libertà di consorziarsi tra Comuni. Invece l'assemblea, sotto la spinta grillina, ha messo dei paletti che hanno cambiato tutto”.

 

Letto 727 volte Ultima modifica il Venerdì, 11 Agosto 2017 17:27

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