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11
Agosto

Terme, ma quanta esaltazione per gli impegni di Baccei

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Pubblicato in Attualità

 

La riapertura delle Terme è un obiettivo a cui, naturalmente, non si può che guardare con grande attenzione e speranza.

C'è, tuttavia, un'esaltazione probabilmente eccessiva attorno alle notizie riguardanti le recenti trattative tra il Comune e la Regione siciliana. Il contenuto della nota di ieri firmata da Alessandro Baccei altro non è, infatti, che la conferma di quello che già si conosceva, che il sindaco Francesca Valenti ha più volte evidenziato. Anzi, senza volere spaccare il capello in quattro, abbiamo capito che la consegna dei beni dalla Regione al Comune è slittata di almeno un mese, essendo stata programmata per il 31 luglio ma poi posticipata ai primi di settembre. Eppure ieri sia l'amministrazione, sia gli assessori, avevano già cantato vittoria, quando la stessa riflessione di Baccei sulle prospettive per lo sviluppo occupazionale collegato alle Terme gridava vendetta, posto che quando, due anni e mezzo fa, le Terme sono state chiuse, dello sviluppo occupazionale e delle Terme di Sciacca lo stesso Governo della Regione aveva dimostrato di farsi sonore beffe. Ma tant'è. Oggi per il capogruppo del PD Simone Di Paola le dichiarazioni di Baccei dimostrano, in modo plateale, come sia radicalmente cambiato il rapporto tra Comune e Regione; a fargli eco è il segretario del suo stesso partito Michele Catanzaro, per il quale l'amministrazione Valenti sta cominciando a mantenere gli impegni e a imprimere una svolta alla storia di Sciacca. Ma non finisce qui. I facili entusiasmi, infatti, dovrebbero lasciare spazio agli interrogativi, a partire dall'esigenza di capire meglio come mai l'elenco dei beni del patrimonio termale indicato nel suo comunicato stampa di ieri da Baccei sia così incompleto. Lo fa notare oggi lo stesso ex direttore amministrativo Alfredo Ambrosetti, che sottolinea come, nell'elenco dei beni da consegnare al comune si citino solo il piccolo albergo di San Calogero, le piscine all'interno del parco e l'ex Motel Agip. Che fine hanno fatto o faranno lo stabilimento curativo, il Grand Hotel, le vecchie Terme Selinuntine, le stufe di San Calogero, e perfino le stesse Piscine Molinelli? Una lista, quella di Baccei, forse un po' troppo sommaria. O il suo ufficio stampa non era a conoscenza di tutti i beni, oppure c'è qualcosa che sfugge e che merita di essere approfondito. Ma diamo per buona la prima ipotesi. Prossimo obiettivo sarà quello di scrivere il bando pubblico per la manifestazione d'interesse alla quale dovranno accedere eventuali partner privati pronti a riaprire e a gestire le Terme di Sciacca. Probabilmente si potrebbe già cominciare a lavorare su questo, invece di aspettare, anche costituendo un gruppo di lavoro di professionisti di alto profilo (a Sciacca ce ne sono), e non aspettare la consegna degli immobili. Un patrimonio di cui, peraltro, non può certamente sfuggire a nessuno, la Regione siciliana sembra solo volersi sgravare, per togliersi questo dente, e occuparsi di altre questioni, dopo avere (si spera non irrimediabilmente) rovinato tutto. Fidiamoci pure della possibilità di ripartire, dunque, di riaprire le Terme di Sciacca e di farle funzionare, così come merita la tanto decantata vocazione turistica di questo territorio. Prima di esultare, però, sarebbe il caso far entrare quanto meno la palla in rete. E, al momento, la palla appare ancora a metà strada. Siamo pessimisti? Crediamo di no. Crediamo solo che, quando si tratta della Regione siciliana, e come hanno dimsotrato i fatti, purtroppo, la prudenza non sia mai troppa. I tempi della Regione sono questi, così come dimostra il fatto che c'è voluto un anno per arrivare al punto al quale siamo arrivati. Che ci sembra ancora piuttosto lontano dalla meta finale.

 

Letto 498 volte Ultima modifica il Venerdì, 11 Agosto 2017 17:29

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