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11
Maggio

Covid. Nel settore dell’artigianato 15 mila posti di lavoro in meno

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Pubblicato in Attualità

 

Il ritardo di vaccinazioni toglie sprint alla ripresa.

Accelerare il passo è un primo elemento indispensabile per far fronte alle diverse conseguenze negative derivanti dallo shock pandemico che si è riversato su famiglie e imprese, aggravando la condizione generale del contesto economico e sociale. Il mercato del lavoro, ad esempio, sconta l’effetto-Covid con una perdita nel 2020 di 15 mila posti di lavoro in Sicilia. È questa la fotografia scattata dall’Osservatorio economico di Confartigianato Sicilia, nel suo nuovo report “Prove di ripresa - Terza ondata e prospettive post pandemia per imprese e territori”.

 

La ripartenza sarà comunque condizionata anche da fattori meno legati al contesto contingente. Tra questi, Confartigianato evidenzia la scarsa digitalizzazione della Pubblica amministrazione. In Sicilia l’87,7% dei Comuni non offre almeno un servizio per i cittadini interamente in modalità online. Ci sono anche i ritardi dei pagamenti della P.A., con l’88,7% dei comuni che pagano le fatture oltre il limite di legge dei 30 giorni e con il 52,2% di questi che paga dopo i 60 giorni.

 

Se si guarda ai numeri: le perdite dei posti di lavoro e il calo dell’export prevale lo sconforto, ma Confartigianato sostiene che è necessario rimboccarsi le maniche e investire in particolare sulla formazione, digitalizzazione e green. Le imprese artigiane sono però ancora strette nella morsa della crisi di liquidità e Confartigianato chiama in causa la politica perché servono nuovi contributi a fondo perduto e misure per coprire le spese fisse. La fotografia sulla situazione delle imprese artigiane in Sicilia vede tra le categorie più colpite le donne e i giovani. L'occupazione femminile in Sicilia perde il 2,3% e quella giovanile il 6,2% .

 

Per una reale riuscita della ripartenza diventa fondamentale mettere in campo azioni di rafforzamento del made in Italy. Questo è necessario per lo più dopo l'anno pandemico che ha messo sotto stress il commercio mondiale. La Sicilia nel 2020 ha registrato un calo a doppia cifra dell'export di prodotti manifatturieri (-26%) e per l'export di micro piccola impresa - alimentari, moda, mobili, legno, metalli e altra manifattura - che segna una riduzione dell’11%. La crescita dei prestiti in Sicilia risulta più vivace per le imprese di minor dimensione: a dicembre 2020 i prestiti alle piccole imprese aumentano dell’11%, mentre per il totale delle imprese i prestiti crescono del 7% . Tra gli obiettivi di ripresa figura la transizione green, che sottende la volontà di rendere l'economia più rispettosa dell'ambiente. Ad oggi le imprese siciliane che hanno portato avanti azioni concrete a favore della sostenibilità ambientale e investimenti per ridurre l'impatto dell'attività di impresa sull'ambiente sono il 69% del totale .

 

Letto 364 volte Ultima modifica il Martedì, 11 Maggio 2021 12:50

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