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Novembre

Mizzica inaugura la sede mentre F. Termine mantiene il low-profile sulla questione Tar

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Pubblicato in Attualità

Una sede fisica anche come simbolo di percezione

da parte della comunità di un percorso che in dieci anni ha trasformato un gruppo di giovani in un team di uomini e donne con, sulle spalle, il groppone della responsabilità politica e amministrativa. E questo anche se nella vulgata saccense Fabio Termine e soci sono ancora definiti (e non sempre in modo affettuoso) “ragazzi”. Ha sicuramente un valore emblematico l'inaugurazione della dimora dell'associazione “Mizzica”, nella centralissima via Giuseppe Licata. Una sede, del genere di quella che un tempo si sarebbe chiamata “segreteria” ma che oggi i diretti interessati definiscono, in modo un po' più ridondante “un luogo essenziale per il confronto e la partecipazione di chiunque voglia contribuire a migliorare la nostra città”.

Evidenziano, dalle parti di Mizzica, di ritenere che l'impegno civico sia il vero motore della politica, e che questo è il principio cardine dell'associazione sin dalla sua fondazione. “Con questo principio – concludono da Mizzica - vogliamo continuare a lavorare, e da oggi sarà possibile tesserarsi e far parte dei nostri tavoli di lavoro, perché ognuno di noi può essere protagonista della propria città”.

Fin qui l'associazione Mizzica. Che se ribadisce l'impegno civico forse lo fa per rispondere indirettamente al consigliere comunale Giuseppe Catanzaro. Il quale, non più convinto di questo, ancorché da co-fondatore del movimento, dopo anni di battaglie per fare in modo che Fabio Termine diventasse sindaco di Sciacca e capo di un progetto di orizzonti, ha deciso di lasciare e di non rinnovare la propria adesione. Uno strappo che fa discutere.

Ma l'attenzione di tutti al momento è ancora concentrata sulla recente decisione del Tar di Palermo, che ha deciso di riaprire le schede di una dozzina di sezioni (gran parte delle quali in comune tra quelle segnalate da Ignazio Messina e quelle richieste dagli assessori di Fabio Termine nel loro ricorso incidentale). Il sipario su questa vicenda dunque non si è chiuso, e rimane alzato almeno fino al 24 marzo. Data nella quale il Tar si pronuncerà sulla richiesta di Messina di annullare l'esito del primo turno. In attesa che la prefetta di Agrigento Cocciufa, così come richiesto dalla presidente del Tribunale Amministrativo Regionale Federica Cabrini, incarichi un verificatore che controlli se alla fine c'erano davvero le 18 preferenze mancate ad Ignazio Messina il 12 giugno per diventare sindaco al primo turno, e che controlli se ci fossero anche schede contenenti voti in favore di Fabio Termine ma che non gli sono stati regolarmente attribuiti. Un pronunciamento che ha visto Messina esultare, parlando di ricorso accolto e, in estrema sintesi, di irregolarità già acclarate, anche se di fatto al momento il Tar ha solo autorizzato la verifica delle schede. Decisamente più basso il profilo osservato su questa vicenda da Fabio Termine, che al momento ha preferito lasciare la parola all'avvocato Gigi Rubino. È stato quest'ultimo a fare notare come, su 27 sezioni segnalate da Messina, il Tar abbia disposto il controllo delle schede solo per un terzo di esse. E in attesa che il Tribunale riceva (così come richiesto) copia della ricevuta di ritorno della notifica del ricorso di Messina di Alessandro Grassadonio, la questione giudiziaria amministrativa non ha potuto più rallentare alcuni significativi riposizionamenti all'interno di sala Falcone-Borsellino. Si pensava che tutti sarebbero rimasti fermi in attesa della decisione del Tar. Eppure è stato quasi contestuale alla decisione del Tar di disporre la riapertura delle schede che 3 consiglieri eletti con Messina sono passati con la Democrazia cristiana di Carmelo Pace, con la cancellazione del gruppo Insieme per Sciacca e il dimezzamento di quello della lista Onda. Potrebbe non significare niente, ma in politica niente accade per caso.

Letto 313 volte Ultima modifica il Lunedì, 14 Novembre 2022 13:00

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