ormai da diversi giorni, della camera bianca all'ospedale Giovanni Paolo II. Una verifica quella che in realtà Ignazio Cucchiara e Franco Giordano sollecitano al responsabile della sanità agrigentina in ordine al programma di ripristino della camera bianca farmaceutica, fonte di grave disagio e di vera preoccupazione per i pazienti interessati. Il Comitato, infatti, ha notizie sconfortanti rispetto ai tempi che erano stati prospettati dallo stesso commissario dell'ASP. In quindici giorni la camera bianca sarà rimessa in funzione, aveva detto Venuti. Invece, sembra proprio che il problema richieda tempi ben più lunghi, addirittura non prima di fine agosto.
Pare, infatti, che il problema di semplice manutenzione ordinaria,peraltro noto già da circa due mesi e non tempestivamente affrontato, si sia nel frattempo trasformato, come era prevedibile, in intervento di natura straordinaria e che sia necessaria la sostituzione di un pezzo dell'impianto non ancora disponibile. Due diversi tipi di manutenzione sarebbero dunque necessari e che risulterebbero affidati a due diverse ditte.
Insomma la situazione rischia di protrarsi per tutta l'estate con le conseguenze disastrose che l'interdizione della camera bianca determinerebbe per gli operatori e per l'utenza. La cosiddetta "Camera bianca", quella annessa all'unità operativa di Farmacia, serve a preparare i farmaci da sottoporre ai malati che necessitano di chemioterapia. Non e' un servizio che si può sospendere, insomma, e così gli addetti sono costretti, tutte le mattine, a recarsi al San Giovanni di Dio di Agrigento per preparare in questa struttura ciò che non possono preparare più a Sciacca. Non è cosa che può andare per le lunghe e il Comitato per la Sanità, ben consapevole di tutto ciò, intende affrontare la questione con il commissario dell'Asp nel corso di una riunione alla quale è stata richiesta anche la presenza del sindaco della città. Ma i problemi non mancano, da alcuni giorni è bloccata anche la Tac per un guasto all'impianto che ha comportato il blocco di tutte le prenotazioni dei pazienti esterni che pure erano in lista d'attesa da mesi per un esame rimandato a data da destinarsi. Un guasto che, naturalmente, mette in crisi l'intero sistema, anche quello degli esami agli stessi degenti.