per frenare l'emergenza della mancanza di medici in Italia, specie nelle strutture ospedaliere e nei pronto soccorso. Secondo il ministro il numero chiuso nelle Facoltà di Medicina, introdotto in Italia 18 anni fa, crea un imbuto troppo stretto per il mondo del lavoro. Quella che Giulia Grillo ha dichiarato di volere attuare è una vera e propria riforma dell'intero capitolo della formazione dei medici, partendo proprio dalla selezione iniziale. Per Giulia Grillo si potrebbe prendere spunto dal modello francese dove non c’è il numero chiuso all’inizio, ma una scrematura successiva: solo gli studenti meritevoli, che hanno conseguito gli esami del primo anno, potranno andare avanti. Ci sono pro e contro – ha specificato il ministro- ma è meglio del sistema attuale”. E questo lo dimostrano i numeri. All'ultimo test d'ingresso a medicina gli aspiranti studenti erano circa 67 mila, mentre i posti disponibili erano appena 9.700. Il che vuol dire che quest'anno potrà frequentare la facoltà soltanto un spirante su 7. Oltretutto, ha aggiunto il ministro della Salute “Come è concepita oggi, la norma non è meritocratica”. In effetti, spesso i quesiti posti ai candidati, specie le tante domande di cultura generale e di logica, poco hanno a che fare con la medicina e ciò ha alimentato, negli anni, diverse polemiche. Una riforma, quella proposta dal ministro Grillo, già appoggiata sia dall'intero movimento 5 stelle sia dalla Lega, e che interesserebbe anche il post laurea: dei 10 mila medici laureati ogni anno, come si legge sul Giornale di Sicilia di oggi, molti sono poi costretti a lasciare l'Italia perchè in questo Paese l'offerta delle specializzazioni non supera i 7 mila posti. E ciò si traduce anche in una perdita economica, oltre che di professionalità. “Si tratta di un tema figlio di un’errata programmazione”, ha detto la ministra e “Per tamponare la situazione stiamo lavorando a una misura urgente che consenta a chi ha maturato un’adeguata esperienza nell’area dell’emergenza, anche con contratti precari ma senza specializzazione, e che lavora da tempo nei pronto soccorso di accedere ai concorsi che spesso registrano pochissime adesioni”.
“Partiremo dal calcolo del fabbisogno per essere sicuri di non restare senza medici e magari importarli dall'estero. Così come non è giusto esportare medici ed infermieri formati nei nostri atenei” ha aggiunto il ministro Grillo. Nei prossimi 5 anni, infatti, andranno in pensione ben 45 mila medici e nel 2028 si toccherà quota 80 mila rispetto ad oggi. Di contro, tra 10 anni, con l'attuale sistema potranno formarsi appena 11 mila nuovi medici, a fronte di un fabbisogno di 34 mila. Occorre correre ai ripari e la soluzione di eliminare il test d'ingresso, pare stia mettendo d'accordo diverse parti, non solo politiche. Si è già espressa a favore, ad esempio, la Codacons. Anche secondo il segretario nazionale Francesco Tanasi, sarebbe una buona idea seguire il modello francese dove la selezione avviene in modo naturale e dopo il primo anno di università.