In contrada Monterotondo, lo straripamento del corso d'acqua ha divelto diverse piante di ulivo e cancellato la vecchia regia trazzera che costeggiava il torrente. Una strada, in realtà, già impraticabile dal novembre 2016 quando Sciacca fu colpita, come noto, da un altro violento nubifragio. Da allora non è più possibile, oltretutto, raggiungere la spiaggia della località, ormai praticamente negata ai saccensi. Gli stessi proprietari delle terre che costeggiano il torrente sono impossibilitati a raggiungere i propri appezzamenti, se non a piedi. Una situazione insostenibile, quindi, da anni, non attenzionata dalle autorità competenti. Dello straripamento del Carabollace, avvenuto la settimana scorsa, è stato informato l'assessore Carmelo Brunetto, nella speranza che questa volta si intervenga per la sistemazione della trazzera, ad oggi in parte franata ed in parte allagata, e dei terreni circostanti. Un'esondazione verificatosi, oltretutto, in un periodo cruciale, in piena campagna olivicola. Fortunato chi era riuscito, sebbene a fatica data l'impossibilità di raggiungere i terreni con i mezzi, a raccogliere le olive entro il mese di ottobre. Adesso risulta impossibile effettuare la raccolta, arrecando l'ennesimo danno economico agli agricoltori. Per non parlare di quegli ulivi divelti dalla violenza del torrente esondato. L'etimologia del nome del corso d'acqua, in realtà, parla chiaro. Deriva dal greco “Karà -Bolàios” che vuol dire “testa d'acqua che batte con violenza”, poi arabizzato in Carabollace. Impeto di cui, ad oggi, siamo ancora testimoni.