È stato così che ieri pomeriggio il presidente della Regione siciliana Nello Musumeci, a margine dell'incontro programmato sui danni causati dai recenti nubifragi, ha sorpreso il sindaco Francesca Valenti. La scorsa settimana gli impegnid el governatore erano stati assai più incerti, parlando di questione che sarebbe stata affrontata e risolta, non riuscendo a confermare se sarebbe riuscito a farlo entro un anno. Ieri invece c'è stata la svolta. A dimostrazione, evidentemente, che nel frattempo tornato a Palermo Musumeci ha assunto le informazioni utili a prendere un impegno così importante. Verrebbe quasi da immaginare un Nello Musumeci che verrà a Sciacca vestito da Santa Claus per fare il regalo più importante che la città si aspetta. Ma ironia a parte, l'impegno è politicamente significativo, anche se non si conoscono alla perfezione i dettagli del suo orientamento né in che modo si potrà dare una svolta alla questione degli impianti termali chiusi per volontà della Regione (al potere c'era la giunta Crocetta) che nel 2015 non esitò a chiudere tutto. Si fa fatica anche ad immaginare che Musumeci possa prendere un impegno decisivo in favore delle Terme di Sciacca e non anche per quelle di Acireale, a cui è senz'altro legato per ragioni affettive e di campanile. Non può che essere, dunque, un apprezzamento “sulla fiducia” quello che si può dare a Musumeci per l'impegno che ha ritenuto di assumere. Impegno che giunge all'interno di un dibattito nel quale assessorato regionale all'Economia e comune di Sciacca non sono ancora riusciti a trovare il punto d'incontro di adempimenti e competenze, visto che la consegna del patrimonio immobiliare dalla Regione alla città non è ancora stato completato sulla base di scartoffie ancora da sistemare e in attesa di un bando pubblico per la selezione di un partner privato a cui, tuttavia, stando a quanto appreso e denunciato nei giorni scorsi da Matteo Mangiacavallo, parlamentare regionale dei Cinque Stelle, non si potrà consegnare il centro di accumulo delle acque, quello situato dietro l'edificio dell'ex Motel Agip che, incredibile ma vero, non fa parte dell'elenco di beni da consegnare. Così come non ne facevano parte le stesse stufe vaporose, bloccate da questioni di accatastamento. E mentre intanto tre anni e mezzo di chiusura hanno già generato danni gravissimi agli impianti termali, Sciacca assiste ad un eterno scontro politico sul destino di un bene di straordinaria importanza sul piano storico oltre che terapeutico, anche se i tempi sono cambiati, e continuare ad immaginare che la fangoterapia o le inalazioni da sole possano continuare a rappresentare l'essenza di uno stabilimento termale è un esercizio di stile assolutamente retrodatato. Nello scontro politico si inseriscono critiche retrospettive, dubbi sul futuro e ferite non ancora rimarginate. Ad agevolare questo scenario, è il sostanziale confermato disinteresse della maggioranza dei cittadini. C'è da domandarsi, a tal proposito, se il regalo di Natale annunciato da Musumeci rischi di essere scartato con la proverbiale indifferenza sciacchitana. Ma questo è un altro problema.