E' stato messo a punto dall'assessore regionale Alberto Pierobon e anticipato dal governatore Nello Musumeci che conta di portarlo in giunta ed approvarlo entro la fine dell'anno. Se tutto ciò che è previsto sarà effettivamente realizzato entro 3 anni la Sicilia dovrebbe essere autosufficiente e non avere il problema di dovere portare la spazzatura fuori dall'isola. Di più, secondo il piano si otterrebbe una capienza tale da avere la possibilità di smaltire nell'isola i rifiuti provenienti da altre regioni.
E' un piano ancora da approvare e per il quale realisticamente sarà da verificare la tempistica relativa alla realizzazione di 21 nuovi impianti,anche se dotati di autorizzazioni, da affiancare a quelli già esistenti, ma da potenziare. E tra questi figura anche la discarica di Sciacca.
Per l'impianto di contrada Saraceno Salinella il piano prevede che venga dotato del trattamento meccanico di biostabilizzazione che riduce l'afflusso di immondizia in discarica.
L'obiettivo è quello che si persegue da anni e che dovrebbe portare all'utilizzo a pieno regime della discarica di Sciacca, una delle poche discariche pubbliche dell'isola. Con l'aumento delle percentuali di raccolta differenziata, a partire dalla città di Sciacca che è arrivata al 75%, raggiungendo così gli altri comuni vicini che da tempo hanno conseguito questo obiettivo, il potenziamento della discarica di contrada Salinella consentirebbe raggiungere quell'autonomia che finora costringe i sindaci a far ricorso agli impianti privati di altri comuni, anche di altre province siciliane con un aggravio non indifferente di costi.
Il piano regionale punta inoltre sugli impianti di compostaggio visto che in Sicilia ne sono attivi solo 14, uno di questi proprio a Sciacca, in contrada Santa Maria. Negli obiettivi del governo Musumeci dovranno essere realizzati altri 21 nuovi impianti in grado di accogliere la frazione dell'umido e ridurre, dunque, il conferimento in discarica.
Sembra essere stata abbandonata l'idea dei termovalorizzatori , quantomeno il piano regionale non dà precise indicazioni su come, quando e dove realizzarli.
Il problema è che il piano rifiuti si interseca con la legge di riforma degli Ato ancora ferma all'Asssemblea Regionale Siciliana e che dovrebbe essere esaminata, nella migliore delle ipotesi, nella prossima primavera.