chiamato a rimediare al problema del ripianamento del disavanzo da un milione e mezzo di euro emerso dal rendiconto del 2017, quello che doveva essere approvato in uno con le variazioni di bilancio che, però, non sono state varate per mancanza del necessario parere della commissione consiliare bilancio e finanze.
Aspetto, questo, su cui in aula Giuseppe Ambrogio, a nome della maggioranza, ha invocato chiarimenti alla segretaria generale Alessandra Melania La Spina, chiedendo se il punto si sarebbe potuto esaminare lo stesso lo scorso 30 novembre. La funzionaria ha risposto che la norma prevede che il parere dell'organismo permanente è obbligatorio ancorché non vincolante. Una richiesta di chiarimenti, quella di Ambrogio che, anche con l'intervento successivo di Elvira Frigerio, ha generato un duro scontro politico, con Teresa Bilello che ha accusato l'amministrazione di avere introdotto un clima da “caccia alle streghe”, volendo significare che dopo aver dato la colpa a Bono e Milioti per non aver garantito la convocazione della commissione presieduta da Ezio Di Prima adesso si stava tentando di scaricare ogni responsabilità sulla segretaria generale. Conclusione: l'amministrazione non ammette mai le proprie responsabilità e le colpe sono sempre degli altri. Duro il battibecco con Simone Di Paola, che ha respinto l'accusa di operare in aula solo come una sorta di “difensore civico” della sindaca. Sullo sfondo: l'impossibilità per il comune di Sciacca di contrarre mutui con la cassa depositi e prestiti o di potere dare un sostegno agli indigenti, per non parlare del pericolo, forse scongiurato, di non potere garantire i cantieri di lavoro.
Per Calogero Bono l'amministrazione e la maggioranza avrebbero potuto regolarmente votare le variazioni di bilancio lo scorso 30 novembre. “Prima di perdere tempo a cercare colpevoli nell'opposizione avreste dovuto prepararvi meglio”, ha detto. La discussione naturalmente è tornata ad interessare il numero di consiglieri comunali che compongono la maggioranza. Lo stesso capogruppo del PD Simone Di Paola ha ribadito che a sostenere Francesca Valenti erano e continuano ad essere tredici consiglieri. Non è sembrato vero all'opposizione, che con Teresa Bilello ha chiesto la verifica del numero legale. Undici i presenti nella maggioranza: assente giustificato Bonomo, non c'era nemmeno Cinzia Deliberto. L'opposizione ha dunque abbandonato l'aula. La seduta è venuta meno. Si torna in aula questa sera. Gruppi di maggioranza che subito dopo si sono riuniti per fare il punto della situazione. Lo hanno fatto però senza Paolo Mandracchia, che ha preferito andarsene. A confermare che, probabilmente, forse è giunto il momento che la coalizione che sostiene Francesca Valenti prenda atto della necessità di riconoscere di non essere più autosufficiente, e di non considerare questo fatto come un'ingominia disonorevole. Un appello in tal senso è stato fatto anche da Paolo Mandracchia. Cosa che ieri sera in aula ha voluto ricordare nel suo intervento anche Giuseppe Milioti.