Dopo le coraggiose ed apprezzate parole di don Gino Faragone pronunciate pochi giorni fa al cimitero durante la commemorazione del sindacalista ucciso dalla mafia, la Fondazione Miraglia e la CGIL di Agrigento hanno scritto una lettera al Cardinale don Francesco Montenegro affinché la Chiesa, ai massimi livelli, riconosca i propri errori consumati in quegli anni. La Fondazione e la Camera del Lavoro provinciale chiedono che della questione venga informato Papa Francesco per il tramite del Cardinale agrigentino. Si chiede il riconoscimento dell'errore storico di aver lasciato fuori dai portoni delle chiese le vittime innocenti dello stragismo mafioso degli anni che vanno dal '44 al '56, che ha mietuto decine di vittime tra i dirigenti della CGIL, colpevoli di essere comunisti o socialisti. Massimo Raso e Nico Miraglia sottolineano con soddisfazione i passi in avanti fatti dalla Chiesa circa l'assoluta inconciliabilità tra mafia e Vangelo. Raso e Miraglia, nella missiva, citano gli esempi meritori di Papa Giovanni Paolo II che tuonò contro la mafia nella Valle dei Templi, di don Luigi Ciotti, di don Peppe Diana, del giudice Giuseppe Livatino fino ad arrivare alla recente scomunica per tutti i mafiosi. "Per questa ragione – scrivono Raso e Miraglia – pensiamo che le parole di don Gino Faragone possano e debbano essere le parole di tutta la Chiesa. Una Chiesa, quella del 1947, che mentre chiudeva le porte ai sindacalisti comunisti e socialisti assassinati, sembrava essere attratta invece dalle sirene del denaro e del potere e che sembrava accettare il mortale abbraccio dei potenti e dei mafiosi. Oggi, ad oltre 70 anni da quei fatti, la Chiesa potrebbe chiudere quella pagina che l'ha vista lontana dal sentimento comune. Del resto l'intera vita di Accursio Miraglia è stata costellata da atti concreti di solidarietà, di amore verso il prossimo ed era attraverso da una forte religiosità, testimoniata da numerosi suoi scritti e pensieri. "Per questo don Franco – concludono Nico Miraglia e Massimo Raso – la preghiamo di farsi parte attiva affinchè questo nostro messaggio possa arrivare a Papa Francesco e possa finalmente avvenire questo riconoscimento da parte di tutta la Chiesa".