E’ la situazione nella quale si trovano una ventina di imprese agrigentine, impegnate ad erogare servizi a Girgenti Acque e che ora hanno proclamato lo stato di agitazione. “Una situazione pesante” – denunciano oggi le Organizzazioni Cna, Casartigiani e Claai, alle quali i titolari delle aziende si sono rivolti per rivendicare le loro legittime spettanze, maturate in particolare prima della gestione commissariale di Girgenti Acque.
Il quadro che viene delineato dalle imprese è abbastanza preoccupante e il malessere è palpabile. Si tratta di piccole imprese, evidenziano le organizzazioni di categoria che rischiano il tracollo economico. Imprenditori che sono pronti incrociare le braccia e bloccare i propri mezzi con tutto quello che ne deriverà, ossia l’impossibilità di garantire servizi essenziali per i comuni gestiti da Girgenti Acque, con inevitabili ripercussioni sulla situazione igienico sanitaria nel territorio agrigentino che è destinata ad esplodere, evidenziano Cna Casartigiani e Claai qualora non dovessero ricevere le spettanze arretrate. I rappresentanti delle tre sigle hanno chiesto ed ottenuto un momento di confronto con il Commissario di Girgenti Acque, Venuti, e con l’Amministratore della società partecipata, per fare il punto sulla vertenza in corso destinata ad aumentare la già complessa gestione del servizio idrico integrato in pronvincia di Agrigento.
Vertenza che si inserisce, peraltro, nel botta e risposta che proprio in questi giorni si è registrato tra il sindaco di Ribera Carmelo Pace e il presidente dell’Ati e sindaco di Sciacca Francesca Valenti. Le ditte esterne non effettuano più interventi di manutenzione alle reti idriche e fognarie per conto di Girgenti Acque perché vantano crediti consistenti e si rischiano pesanti ripercussioni sul servizio nei comuni, aveva dichiarato Pace al nostro telegiornale, ma l’allarme era stato smentito da Francesca Valenti che, sempre al nostro tg, aveva escluso tutto ciò sostenendo di aver avuto rassicurazioni in tal senso dal commissario Venuti. Il quadro è quantomeno preoccupante se a tutto ciò si aggiunge anche la questione del famoso piano B. Dopo l’interdittiva antimafia della Prefettura contro Girgenti Acque e la Risoluzione del contratto votata dall’ATI l’impressione è che ci troviamo nel caos più totale, commenta oggi Intercopa con Franco Zammuto che non nasconde preoccupazione in relazione anche alle iniziative di comitati e assemblee che si susseguono in diversi comuni. La sensazione è che l’unico comune denominatore sia la protesta per la protesta, nel tentativo di mantenere uno stato confusionale per consentire situazioni di privilegio come quelle registrate in questi anni. Il riferimento è ai comuni cosiddetti ribelli, quelli che non hanno consegnato le reti idriche e continuano a gestire direttamente le proprie risorse.
Il comitato Inter.Co.PA precisa che la gestione dell’acqua deve esse pubblica e nel caos che ancora regna sul futuro, ossia sul dopo Girgenti Acque, riteniene che la soluzione migliore sia l’Azienda Speciale Consortile, che consentirebbe ai comuni di essere pienamente proprietari degli impianti e gestori delle imprese che dovranno garantire criteri di economicità con l’obiettivo del pareggio di bilancio e reinvestimento degli utili.