per la segreteria nazionale del Partito Democratico, si è già aperta all'interno della stessa maggioranza la discussione sugli equilibri interni di una coalizione che, naturalmente, da adesso in poi ha una caratterizzazione un po' più evidente.
A riconoscerlo per primo è Alberto Sabella, uno dei due componenti di Sicilia Futura (componente che fa capo all'ex deputato regionale Cascio), che a titolo personale oggi si dice sorpreso da questa notizia, ritenendo necessario un chiarimento tra le singole componenti di una maggioranza nata civica, pur escludendo in ogni caso possibili sconvolgimenti del progetto politico nato con la candidatura di Francesca Valenti: “Andiamo avanti, credo occorra solo rivederci e formalizzare le ultime novità, anche nell'ottica di un rilancio dell'attività amministrativa”, dice Sabella.
Non nasconde il suo stupore soprattutto per il modo con il quale ha appreso la notizia, ossia dalla stampa, anche Paolo Mandracchia, ex assessore della giunta Valenti. “Sarebbe stato grazioso e opportuno che il sindaco informasse la sua maggioranza di quella che non è una notizia di poco conto, ossia la sua appartenenza ufficiale al Partito Democratico”.
Silenzio dalle altre componenti. Lo stesso sindaco al momento ha preferito rinviare ogni commento sulla vicenda. Dall'opposizione la sola a commentare oggi è un'ex esponente della maggioranza. Stiamo parlando di Carmela Santangelo, eletta nella lista Nostra Sciacca, ossia quella ispirata dalla stessa Francesca Valenti, a giudizio della quale sarebbe venuto allo scoperto l’inganno a danno della cittadinanza e di quanti non si riconoscono nel Partito Democratico. “La tanto sbandierata lista civica che si intestava alla Valenti – dice l'avvocato Santangelo - ha finalmente perso il velo di ipocrisia e falsità”. Questa – dice la Santangelo - è la piena dimostrazione che chi era stato eletto nella lista pro Valenti doveva accettare di riconoscersi di fatto nel PD.
Carmela Santangelo dice di avere creduto fermamente in un progetto di rinnovamento che proponeva un cambiamento in nome di una visione nuova dell’idea di città che poggiava su due gambe quella civica e quella del PD. “Chi scopriva il tradimento del sindaco – evidenzia la consigliera oggi di centrodestra nel chiedere le dimissioni di Francesca Valenti - diventava un ostacolo ed un avversario politico da escludere da emarginare”.