A stringersi attorno alla famiglia di Vincenzo Busciglio, il ventiduenne accoltellato martedì scorso in piazza, l’intera comunità di Alessandria. Un ultimo addio commovente e straziante di un paese ferito. Non bastano le parole per colmare la perdita di un figlio, un alunno, un cittadino, più semplicemente di un ragazzo, che chissà per quale motivo oggi non c’è più. Silenzio assordante ieri durante il corteo in memoria di Vincenzo, passato sotto delle luminarie spente installate per una festa di San Giuseppe che martedì prossimo, in segno di lutto, non verrà celebrata. La fiaccolata, da piazza Cavour ha raggiunto la chiesa Madre dove si è tenuto un primo momento di preghiera, per poi proseguire verso via sant’Antonio, dove abitava il giovane Vincenzo Busciglio. Un gesto di solidarietà – aveva spiegato l’arciprete, don Salvatore Centinaro: “Quando c'è solidarietà, fratellanza, c'è anche apertura alla verità". Un commento pieno di rabbia per quanto accaduto. È, infatti, la verità quel che reclamano i familiari di Vincenzo e tutta Alessandria. Un paese che non è rimasto solo. Ieri presenti alla fiaccolata anche le autorità dei comuni vicini. "Ringrazio le autorità civili, nelle figure dei sindaci e dei vicesindaci dei paesi limitrofi, - ha continuato don Salvatore - . La loro presenza è importante. Ci indica che quando accade un fatto non è soltanto un fatto di una famiglia, ma c'è un'intera comunità. E a quella comunità si associano le altre comunità. Disponiamo i nostri cuori, veramente, per una Alessandria nuova". “Da alcuni mesi a questa parte – ha aggiunto in una lettera aperta Maria Rosa Provenzano, dirigente scolastico dell’istituto comprensivo “Manzoni” del paese – alcune vicende traumatiche hanno travolto la nostra realtà ( riferendosi all’omicidio dello scorso settembre dell’agricoltore Liborio Piazza per una lite tra vicini e all’aggressione di una settantanovenne che ha gettato dell’acido sul volto di un impiegato di un supermercato ). Vogliamo ricordare ai nostri alunni la condanna decisiva di tali azioni, vogliamo instillare negli animi la considerazione che la violenza non porta a nulla se non odio e dolore”. Ma perché Vincenzo Busciglio è stato accoltellato? Una domanda a cui ancora non è stata trovata risposta. È attualmente Pietro Leto, diciannovenne del posto, il sospettato dell’omicidio e sottoposto a fermo di indiziato. Il giovane, assistito dall’avvocato Antonino Gaziano del Foro di Agrigento, però respinge le accuse negando di essere l'autore dell'omicidio e negando, anche, di aver avuto una discussione o una lite con Vincenzo . Al carcere di Sciacca è stato il sostituto procuratore, Roberta Griffo - titolare del fascicolo d'inchiesta sull'omicidio di Vincenzo Busciglio- ad interrogare, a lungo, Pietro Leto . Ma intanto le indagini proseguono.