Nuovo vertice domani mattina tra il consiglio direttivo dell’Ati e il Prefetto Caputo per fare il punto sullo stato dell’arte. Le riunioni si susseguono, ma ancora non è stata completata la verifica dei requisiti vantati dai comuni agrigentini che continuano a gestire direttamente le proprie risorse idriche e vogliono continuare a farlo, nonostante proprio durante una riunione del direttivo dell’Ati fosse stata imposta la scadenza di fine maggio per completare questo lavoro avviato ormai da diversi mesi . Eppure si tratta di un passaggio fondamentale per capire quanti e quali comuni dovranno proseguire la strada per la costituzione della nuova società che dovrà gestire le risorse idriche.
A proposito di scelta societaria, nonostante per mesi si sia parlato di volere puntare sull’ Azienda Speciale Consortile, scelta condivisa anche dalle associazioni e movimenti che da anni si battono per un ritorno alla gestione pubblica dell’acqua, in discussione vi è anche una ipotesi di Spa. Non a caso all’esame dell’Ati, vi sono due diversi tipi di statuto. Lo conferma, al nostro telegiornale il presidente dell’Ati e sindaco di Sciacca Francesca Valenti. L’ipotesi della Spa a totale partecipazione pubblica, evidenzia, era stata la prima vagliata, tantè che era stata prodotta una bozza di statuto, ma poi si è registrata una convergenza dell’assemblea dell’Ati verso la società consortile pubblica per la quale il comune di Grotte ha anche abbozzato uno statuto. E’ sulla società consortile, dunque, che si sta puntando, anche se la decisione finale spetta all’assemblea dei sindaci. Francesca Valenti, da sindaco di Sciacca, in questo caso, annuncia peraltro che prima di arrivare a consumare questo passaggio convocherà il comitato composto da consiglieri comunali, associazioni e comitati di quartieri della città per un confronto sul tema, anche se poi lo statuto dell’Azienda Speciale Consortile dovrà essere esaminato ed approvato dal Consiglio Comunale, non solo di Sciacca, chiaramente,ma di tutti i comuni che fanno parte dell’Ati e che si affideranno a questo nuovo modello di gestione. Facile intuire come il percorso sia ancora lungo, perché oltre allo statuto, andranno predisposti il piano d’ambito e il piano finanziario. E sott’accusa è finito nuovamente il consiglio direttivo dell’Ati per quella che viene vista come una situazione di stallo e comunque di eccessiva lentezza. Accusa mossa ieri dal coordinamento Titano del quale fanno parte diverse associazioni, ma che era già stata mossa da alcuni sindaci, da Margherita La Rocca Ruvolo a Carmelo Pace, ma questa era stata la motivazione addotta dal sindaco di Favara Anna Alba per le sue dimissioni dal consiglio direttivo dell’Assemblea Territoriale Idrica.
Anche la Regione ha minacciato il commissariamento dell’Ati ritenendo che stia operando con eccessiva lentezza.
Alla riunione di domani in prefettura dovrebbero partecipare anche i commissari che stanno gestendo il servizio idrico integrato, dopo l’interdittiva antimafia nei confronti di Girgenti Acque.