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07
Agosto

Aggressione infermiere, esplode il caso della sicurezza al Pronto Soccorso

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Pubblicato in Attualità

 

I carabinieri della compagnia di Sciacca sono sulle tracce dell’uomo che ieri ha picchiato l’infermiere in servizio al Pronto Soccorso del Giovanni Paolo II.

Aveva assistito per tutta la notte un degente, prima di aggredire l’operatore che aveva appena iniziato il turno di lavoro ed era intento ad assistere un altro paziente. Un fatto grave che ha portato il presidente dell'Ordine Professionale degli infermieri di Agrigento, Salvatore Occhipinti, a condannare l’ennesima violenza ai danni dell’operatore sanitario in servizio al pronto soccorso del Giovanni Paolo II di Sciacca, al quale ovviamente è stata espressa solidarietà. L'Ordine professionale degli Infermieri, ha aggiunto Occhipinti, non solo mette a disposizione il proprio ufficio legale, ma è anche pronto a costituirsi parte civile nell'eventuale processo da istruirsi". Non c'è giustificazione per azioni del genere, ha aggiunto il presidente dell’ordine degli infermieri per il quale è ora di finirla con queste aggressioni degne di biasimo ai danni di professionisti che svolgono il proprio lavoro e che vanno condannati senza dubbio alcuno. Solidarietà all’infermiere aggredito è arrivata anche dal senatore Rino Marinello, medico del pronto soccorso di Sciacca che ieri ha portato il caso all’attenzione del ministro della salute, sollecitando misure di prevenzione e contrasto a questi atti di violenza che sempre più frequentemente mettono a serio rischio l’incolumità di medici e infermieri. Sta diventanto duna emergenza nel panorama del servizio sanitario nazionale, ha aggiunto il parlamentare saccense che venerdì prossimo incontrerà il direttore generale dell’ASP di Agrigento per affrontare la questione della sicurezza che deve essere garantita, dice, 24 ore su 24 anche facendo ricorso alla vigilanza privata.

 

Al pronto soccorso del Giovanni Paolo II, ma la situazione è comune ad altre strutture ospedaliere, peraltro, non è attivo un sistema di videosorveglianza e non vi sono altri accorgimenti ,come porte blindate o sistemi che consentano di filtrare gli accessi non solo nei corridoi e nelle stanze in cui stazionano i pazienti, ma persino alle stanze dove operano medici e infermieri. Si accede con facilità in tutta l’area di emergenza, con tutte le conseguenze, anche quelle estreme come per l’aggressione avvenuta ieri. Episodio che è stato condannato anche da Cittadinanzattiva-Tribunale per i Diritti del Malato, con Lilla Piazza che oltre a puntare l’accento sul problema della mancata sicurezza evidenzia come il problema sia legato anche alla carenza di personale, non solo medico e infermieristico, ma anche ausiliario ed all’elevato numero di accessi, anche impropri, che si registrano al pronto soccorso dell’ospedale di Sciacca.

 

Letto 795 volte Ultima modifica il Mercoledì, 07 Agosto 2019 14:14

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