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10
Marzo

Mafia, assolta Anna Messina ( sorella Gerlandino )

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Pubblicato in Cronaca

Non contribuì al rafforzamento di Cosa Nostra e nemmeno era un boss, ma semplicemente è stata una fiancheggiatrice del fratello, gestendo a lungo la sua latitanza.

Con questa motivazione, è stata assolta Anna Messina, sorella di Gerlandino Messina, ritenuto dagli inquirenti per lungo tempo il capomafia della provincia di Agrigento ed oggi in carcere al 41 bis. Anna Messina, che era stata posta agli arresti domiciliari per due anni e mezzo, adesso è stata assolta, anche perché, fino a questo momento, la legge italiana non prevede il reato di favoreggiamento tra i prossimi congiunti. La Procura Generale ha rinunciato ad impugnare l'assoluzione emessa dai giudici della Corte di Appello di Palermo, quindi il verdetto è adesso definitivo. Anna Messina, 39 anni, che era accusata di concorso esterno in associazione mafiosa, è finita nell'occhio del ciclone dopo che, nell'ultimo covo del fratello Gerlandino, al momento dell'arresto, le forze dell'ordine avevano rinvenuto numerosi pizzini che la tiravano in ballo. L'ex capomafia venne catturato a Favara dopo una latitanza di 12 anni. La sorella si sarebbe a lungo occupata di lui, ma in quanto sorella e non in quanto appartenente alla famiglia mafiosa provinciale. Questo hanno stabilito i giudici. Inizialmente Anna Messina era stata condannata in primo grado a 6 anni di reclusione ed in appello a 5 anni. Sono comunque molti i punti che sono rimasti oscuri nella vicenda nonostante gli anni trascorsi tra un processo e l'altro. Non si è chiarito se la sorella avesse avuto un ruolo abituale o episodico durante la latitanza del fratello, non si è compreso chi fossero i destinatari dei messaggi che lei sarebbe stata solita trasmettere nell'ambito del suo ruolo di corriere, non si è mai conosciuto il destinatario di un pizzino scritto dalla stessa Anna Messina e rinvenuto nel covo di Gerlandino, come sostanzialmente inascoltate sono rimaste le deposizioni del pentito Maurizio Di Gati secondo il quale almeno fino al 2005 la donna avrebbe gestito la latitanza del fratello. Una volta assolta e scagionata da ogni accusa, potrebbe anche fare causa allo Stato e chiedere un risarcimento per ingiusta detenzione. A difendere Anna Messina è stato l'avvocato Salvatore Pennica.

 

 

 

Letto 1037 volte Ultima modifica il Sabato, 10 Marzo 2018 14:26

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