E monta la polemica tra gli operatori del settore e il sindaco Lillo Firetto. Nel dettaglio, si tratterebbe di somme per oltre due milioni di euro di cui nell’immediato, a quanto pare, si possono spendere soltanto 22 mila euro. La decisione è stata presa dall'amministrazione comunale agrigentina nell'ambito della consulta del turismo. I cordoni della borsa sarebbero stati ristretti a causa di complicate regole inerenti al Bilancio. I 22 mila euro disponibili saranno spesi a favore della promozione turistica. Nulla di più. Inutile sottolineare come gli operatori turistici non siano per nulla d'accordo con la scelta del primo cittadino. Sostanzialmente affermano che, proprio adesso, occorrono investimenti, promozione, servizi, eventi, per sopperire al periodo di forte crisi e alla contrazione degli arrivi a causa del periodo storico legato al coronavirus. Polemica politica che coinvolge anche gli aspiranti nuovi sindaci posto che ad Agrigento si voterà tra qualche mese. C'è chi propone di “esentare a tempo determinato i turisti dal pagamento della tassa di soggiorno nella città dei Templi, rendendo di conseguenza l’offerta turistica e ricettiva più attraente e vantaggiosa per coloro che scelgono di trascorrere un periodo di vacanza ad Agrigento” - come afferma l'ex sindaco Marco Zambuto. Proposta simile è stata avanzata dalla dirigente agrigentina di Fratelli d’Italia, Paola Antinoro, che propone l’annullamento della tassa di soggiorno e poi la destinazione alle strutture ricettive di quanto già ricavato dal pagamento della stessa imposta nei mesi scorsi. Crisi da coronavirus, ricezione turistica, eventi estivi e destinazione dell'imposta di soggiorno pregressa e presente sono argomenti che presto potrebbero suscitare dibattiti e decisioni anche a Sciacca.