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03
Luglio

Medici del "Giovanni Paolo II" invitati a fare turni all'ospedale di Canicattì

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Pubblicato in Attualità

È una specie di attacco senza soluzione di continuità quello operato nei confronti dell'ospedale “Giovanni Paolo II”.

Ad anticipare la notizia oggi è stato il Corriere di Sciacca, che ha appreso come l'Asp di Agrigento abbia deciso, allo scopo di migliorare l'organizzazione del reparto di cardiologia dell’ospedale di Canicattì, di contattare i medici in servizio presso il reparto omologo dell'ospedale di Sciacca, per chiedere loro se siano disponibili ad effettuare turni di notte (con remunerazione extra) all'interno dell'unità operativa del “Barone Lombardo”. La direzione generale e quella sanitaria aziendale hanno messo in evidenza questo bisogno al direttore del reparto, il dottor Ennio Ciotta. Pare che questi spostamenti di personale sono stati proposti anche ai medici del “San Giovanni di Dio”. In quel caso, però, a beneficio del “San Giacomo d'Altopasso” di Licata. Insomma: più che assumere nuovo personale ad Agrigento si pensa di spostare da un ospedale all'altro quello già disponibile. Sembra beffardo il destino dell'ospedale di Sciacca, dove in passato qualcuno ai piani alti dell'Asp non aveva esitato a non escludere una soppressione dell'emodinamica del “Giovanni Paolo II” per indisponibilità di medici. Problema, questo, per fortuna poi risolto, ma sempre (puntualmente) dopo le polemiche e le sollevazioni popolari (a Sciacca invero sempre assai timide). La prospettiva è che se non ci fossero le adesioni che la direzione strategica si aspetta sull'offerta di turni di notte da fare a Canicattì, quello che al momento è un invito potrebbe trasformarsi in un ordine di servizio vero e proprio. Come dire che dalla proposta si passerebbe all'imposizione. Una questione che appare simbolica di una condizione di crisi oggettiva che continua ad interessare l'ospedale di Sciacca, tuttora alle prese con un percorso di ritorno alla fase pre-coronavirus che si sta rivelando assai più tortuoso del previsto, e che ha indotto il comitato civico per la Sanità ad annunciare e programmare clamorose forme di protesta, a partire dalla organizzazione di un presidio proprio davanti l'ingresso del “Giovanni Paolo II”, con coinvolgimento dei sindaci, sia di quello di Sciacca, sia di quelli che appartengono al territorio limitrofo. Comitato che fa notare come, mentre si attende ancora la riattivazione di tutti i servizi operativi prima dell'emergenza covid, all'ospedale mancano medici (a partire in qualche caso dagli stessi primari), infermieri e altro personale necessario a far funzionare una struttura che sta rischiando di non essere più punto di riferimento per un bacino d'utenza assai vasto, che chiede un'equiparazione sostanziale (e non solo formale come di fatto è adesso) con il San Giovanni di Dio di Agrigento, ricordando che l'Asp va contro i propri interessi, se si considera che per prestazioni di un certo tipo, non presenti sul territorio, i cittadini preferiscono migrare a Palermo o nel nord Italia, non certo ad Agrigento. La notizia del possibile spostamento (con annessa imposizione di uno stress imprevisto) di medici da Sciacca a Canicattì è, per il Comitato civico per la Sanità, soltanto l'ultimo di una raffica di episodi tendenti a mortificare sempre più la funzionalità del nostro ospedale.

Letto 582 volte Ultima modifica il Venerdì, 03 Luglio 2020 14:08

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