sono prodotti da una società specializzata dal nome a dir poco ridondante: E-Killer. Forse un'esagerazione, s'intende, ma che contiene un messaggio metaforicamente assai efficace, perché si attaglia perfettamente alla rabbia di quei cittadini onesti che non solo pagano la TARI (ieri l'assessore Bacchi ci ha detto che a farlo sono la maggioranza, ma solo di poco), ma che non si permetterebbero mai, pur soffrendo del disservizio subito, di contribuire alla proliferazione di discariche abusive.
E così, i due “E-Killer” consegnati alla Polizia Municipale (che dovrà gestirli a partire da lunedì), sono “impermeabili, anti intrusione, antisabotaggio, facilmente trasportabili e di semplice collocazione, collegabili con sistema Wifi, che in modalità remota, tramite scheda telefonica da 150 GB, offre immagini ad altissima definizione, anche con controllo satellitare per l'individuazione in caso di furto. I due sistemi sono perfino assicurati contro furto e danneggiamento e completi di scheda sim. Ieri si è tenuto un corso di 4 ore per l'utilizzo e l'istallazione ad alcuni operatori della Polizia Municipale. Operatori autorizzati al trattamento dei dati sensibili, come previsto dalle normative in materia e dal Garante della Privacy.
Si confida naturalmente che questi sistemi fungano da deterrente alla proliferazione delle discariche abusive. Sta fungendo senz'altro da deterrente a San Calogero la decisione di un gruppo di residenti esasperati, capeggiati dal battagliero signor Cosimo Falco, di fare le ronde per bloccare gli incivili. Tanto di cappello a queste persone. Il punto è che solo le multe (e salate per giunta) possono far passare il messaggio. Un po' come quando fu introdotta la legge sul casco obbligatorio: all'inizio ci fu tanto menefreghismo, poi furono i posti di blocco, le multe e soprattutto il sequestro del mezzo che indussero ad un cambiamento di mentalità. Per esempio oltre alle telecamere anche una pattuglia delle forze dell'ordine appostata in un sito a sorpresa, oggi in un'area, domani in un'altra, pronta ad intervenire e a sanzionare l'incivile di turno, può diventare un altro elemento che inizi a scoraggiare i conferimenti illegali di spazzatura.
Intanto stamattina l'umido è stato regolarmente ritirato. Si confida che la stessa cosa potrà accadere tra quarantotto ore, ma le incertezze sono troppe, e si sa che oltre alle immancabili polemiche politiche, sulla questione Francesca Valenti ha ricevuto impegni a quanto pare concreti da parte dell'assessore Alberto Pierobon e del capo dipartimento regionale acqua e rifiuti Calogero Foti. Nelle scorse ore si è trovato un accordo con la discarica privata Traina di Cammarata. Prima che anche questo impianto sbarri i cancelli di ingresso ai mezzi provenienti da Sciacca, non è superfluo metterlo in evidenza, sarebbe il caso che si trovassero altre soluzioni. Perché è chiaro che i rifiuti non vanno abbandonati per strada, ma è anche necessario al tempo stesso fornire ai cittadini i mezzi per liberare le proprie case dalla spazzatura. E qui torna in campo il tema di sempre, quello di una regione siciliana che, per evidenti ragioni elettoralistiche che non esentano da responsabilità nessuno, non ha mai affrontato seriamente il problema del ciclo dei rifiuti. Perché la spazzatura dei siciliani, che non vogliono alcun inceneritore, può andare serenamente a finire negli inceneritori di coloro che evidentemente consideriamo stupidi, in Germania o nel nord Italia. Ma questo è un altro discorso.