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31
Ottobre

Covid, a rischio in Sicilia 83 mila posti di lavoro

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Pubblicato in Attualità

 

Non solo bar, ristoranti, pizzerie e palestre. Ci sono anche altre attività economiche assai colpite dalla chiusura imposta dall'ultimo Dpcm.

È il caso dei cinema. Anche le sale cinematografiche, al pari dei teatri e a differenza invece dei musei, hanno dovuto chiudere battenti. A lanciare l'allarme è l’Anec (Associazione nazionale esercenti cinema). Una situazione da vicolo cieco, quella in cui è piombato il mondo della cinematografia, e che arriva dopo gli sforzi fatti, al pari di altre attività economiche, per adeguarsi alle norme anti Covid e garantire distanziamento sociale, rilevazione della temperatura corporea, tracciamento dei clienti e uso delle mascherine. Nelle sale siciliane poi, ha fatto notare l'associazione di categoria, non c’è stato nessun caso di coronavirus. A settembre si è lavoricchiato, ora è arrivata questa doccia fredda che vanifica tutto. E nell'attesa che dalla Regione arrivino gli indennizzi per il mancato sbigliettamento e dallo Stato i fondi del decreto “Ristori”, le 125 sale cinematografiche presenti in Sicilia sperano in una riapertura entro novembre. In caso contrario, perdendo anche il Natale, nel 2021 si stima che ci saranno dal 10 al 20% di sale cinematografiche in meno in Sicilia. Intanto, a livello regionale, i consulenti del lavoro hanno già calcolato i dipendenti che rischiano di perdere il posto a causa dell'ultimo Dpcm: sono ben 83.300, divisi tra ristorazione (74.900), attività artistiche (6.300), sportive e di intrattenimento (2.100). Si tratta, innanzitutto, di lavoratori molto giovani e con contratti precari. Il 41,3% degli occupati nei tre settori ha infatti meno di 35 anni e solo il 42,7% è assunto a tempo indeterminato.

 

Letto 448 volte Ultima modifica il Sabato, 31 Ottobre 2020 13:41

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