E’ il caso di Agrigento dove il sindaco Franco Miccichè ha disposto con propria ordinanza il prosieguo della didattica a distanza per tutti gli studenti. Provvedimento che ha generato un vespaio di polemiche e portato alcuni genitori a chiederne la revoca ritendolo illegittimo e irragionevole. Eppure in tutta la Sicilia monta la polemica di quanti non hanno affatto condiviso la decisione del Presidente della Regione Musumeci di far riprendere per le scuole di base la didattica in presenza. Alcuni fanno emergere peraltro la contraddizione di avere chiuso le scuole la scorsa settimana quando la Sicilia era in zona arancione e averle riaperte ora che siamo in zona rossa. Altri fanno notare come anche in zona rossa siano aperte tante attività per cui il pericolo non può essere intravisto solo nella frequenza scolastica.
Insomma, la zona rossa “rinforzata” voluta dal governatore della Sicilia continua a far discutere e non solo in relazione alla scuola.
L’altra questione che anima il dibattito è relativa proprio al “rinforzo” deciso da Musumeci rispetto alle limitazioni già previste per le zone rosse. Stiamo parlando del divieto di far visita ad amici e parenti che ha sollevato un vespaio di polemiche e contestazioni da parte di quanti hanno fatto notare, ad esempio, che si può andare in chiesa, con tutto il rispetto per chi è credente praticante, ma non si può andare a casa dei propri genitori, magari anziani. Sollecitato in tal senso, già sabato scorso, il presidente Musumeci in conferenza stampa aveva condiviso le rimostranze e detto che si può andare, per questioni di necessità, a trovare genitori o figli. La questione è che nell’ordinanza questa deroga non è contemplata. Potremmo definirla una “autorizzazione a voce” . Ad un eventuale controllo, quindi, dovremmo dire che lo ha detto il Presidente della Regione, ma non lo ha scritto.
Esempi di quotidianità stravolta in tempo di Covid, ma solo per chi le regole le rispetta alla lettera, non tutti considerato che che di movimento in giro ce n’è parecchio, soprattutto oggi e siamo solo al secondo giorno di zona rossa.
Non solo cittadini, la polemica monta anche da parte di sindaci. E’ il caso di Leoluca Orlando che rifendosi ai provvedimenti adottati ha detto che sono paragonabili ad un “rosa pallido”. Per il sindaco di Palermo, dove la situazione del contagio è fuori controllo, ma soprattutto sono in affanno gli ospedali, sono troppe le attività rimaste aperte e troppe le concessioni, era necessario a suo avviso il lockdown, come nella scorsa primavera.
Altri sindaci, quelli dei comuni covid free e sono diversi anche in provincia di Agrigento, si chiedono che senso abbia avere esteso la zona rossa a tutta l’isola.
Insomma, siamo appena all’inizio e le perplessità (chiamiamole così) sono tante, così come le polemiche, a fronte di una emergenza sanitaria con la quale dovremo convivere ancora per tanti mesi.