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16
Febbraio

Covid e crisi economica. In Sicilia chiuse 18 mila aziende

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Pubblicato in Attualità

Cali di fatturato tra il 10 e il 50 per cento. Nel 2020 quasi 4 mila le imprese artigiane costrette a chiudere,  a fronte di 18 mila aziende chiuse in Sicilia, con complessivi 8 mila occupati in meno al terzo trimestre 2020.

In forte calo  l’export,  con il made in Sicilia pari al -23,7%. È una fotografia in bianco e nero quella realizzata dall’Osservatorio economico di Confartigianato Sicilia, dopo un anno dall’inizio della pandemia, dove le micro e piccole imprese artigiane, nonostante le grandi difficoltà, prevedono un percorso di recupero più veloce rispetto alle imprese più strutturate. “La crisi in Sicilia c’è e le nostre imprese artigiane ormai da un anno stanno soffrendo. Ma i dati dello studio del nostro osservatorio ci dicono anche che sono proprio le imprese artigiane che stanno reagendo meglio delle altre – dicono Giuseppe Pezzati ed Andrea Di Vincenzo, rispettivamente presidente e segretario regionale di Confartigianato Sicilia. I nostri artigiani hanno avuto il coraggio di investire, di rimboccarsi le maniche ed andare avanti, ma non possono contare solo sulle loro forze. Occorrono – aggiungono i vertici di Confartigianato Sicilia – ristori sulla perdita di fatturati e senza distinzioni di codici Ateco. Serve un sostegno per le start-up finora escluse da qualsiasi ragionamento in termini di ristori. Confartigianato evidenzia poi i problemi legati alla  cassa regionale, la Crias, dove sono bloccate migliaia e migliaia di euro. C’è un fondo per l’artigianato, si parla di quasi 38 milioni annui, che deve trovare una allocazione per essere erogato. Non è più possibile aspettare, è in gioco la sopravvivenza dei nostri artigiani e occorre che la politica si svegli e faccia la propria parte, sostengono i vertici dell’organizzazione di categoria. Facendo una conta dei “morti e feriti” in Sicilia nel 2020 le imprese totali iscritte sono state 22.309 (-13,0% rispetto all’anno precedente), quelle che hanno chiuso sono state 18.673 (-15,3% rispetto al 2019). Per l'artigianato le imprese iscritte sono state 4.064 (+0,9% rispetto al 2019) mentre quelle hanno chiuso sono state 3.905 (-17,4% rispetto all’anno precedente). Sul fronte occupazionale, nonostante siano ancora attive misure di sostegno (blocco licenziamenti e ammortizzatori sociali), al III trimestre del 2020 si contano 1 milione e 364 mila occupati, 8 mila in meno rispetto al III trimestre 2019. Il clima di incertezza che ha caratterizzato il 2020 ha comportato effetti negativi anche sulle nuove assunzioni, che nei primi 9 mesi dell'anno sono scese del 13% rispetto ai primi 9 mesi del 2019. Il diffondersi della pandemia a livello globale ha fortemente colpito il commercio internazionale, con l’export che segna un -23,7% , seppure il Covid-19 ha provocato un effetto traino per la transizione digitale delle imprese. In particolare è cresciuta la quota di imprese che:effettuano vendite online, tramite social o il proprio sito web. Lo studio di Confartigianato evidenzia, inoltre, come la pandemia abbia generato uno shock al fabbisogno di liquidità delle imprese.La maggior parte, il 34%, ha fronteggiato con il ricorso al debito bancario sostenuto da strumenti come la garanzia pubblica. Infine,gli investimenti che nell’anno della pandemia  sono rimasti per lo più “al palo”, seppure  una nicchia di imprese siciliane si é differenziata incrementandoli nel 2020 rispetto al 2019, investendo sul digitale e  sulla formazione del personale.  

Letto 365 volte Ultima modifica il Martedì, 16 Febbraio 2021 12:50

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