imbastita dai consiglieri comunali di opposizione Caternicchia, Inglese, Alfredo e Federica Mulè e Giovanni Tortorici. Evidenziano di non volere strumentalizzare una situazione che definiscono “drammatica”, e tuttavia dicono basta a quello che ritengono il processo di trasformazione di Ribera da Città delle Arance a Città Covid.

L'accusa a Matteo Ruvolo è quella di non essere in condizione di gestire una situazione così tragica, di non avere le capacità di assumere decisioni ed atteggiamenti rispondenti al difficile momento.

Per i cinque esponenti della minoranza non ci si può limitare agli appelli pubblici quando i contagi aumentano a macchia d’olio. L'accusa all'amministrazione è dunque di non avere messo in atto né iniziative di prevenzione adeguate per frenare la diffusione dei contagi, né di avere adottato provvedimenti mirati ad aiutare le molte attività chiuse, gli imprenditori che hanno difficoltà economiche.

Parlano, Caternicchia, Inglese, Alfredo e Federica Mulè e Giovanni Tortorici, di ritardi nell’erogazione dei buoni alle famiglie meno abbienti, della presunta sostanziale assenza di sanificazioni e di assistenza per chi è in isolamento.
Ruvolo è accusato anche di colpevole silenzio sul ritardo dell’operatività dei reparti di terapia intensiva e sub intensiva all'ospedale. I consiglieri si dicono disponibili a collaborare per trovare soluzioni condivise.

Intanto sul Covid Hospital interviene la CGIL di Agrigento, che prende atto favorevolmente della disponibilità del “Fratelli Parlapiano”, così come auspicato un anno fa, ritenendo l'unica solunzione per potere garantire cure sanitarie in sicurezza per lo stesso personale. Ricorda, il sindacato, come si siano rivelati rischiosi gli ospedali misti, eppure l'Asp di Agrigento aveva deciso di puntare su questa soluzione. “Il tempo è galantuomo, e dove ci sono buonsenso e volontà alla fine la soluzione migliore si trova”.