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29
Aprile

Recovery. Il giorno dopo il sit-in dei sindaci, cosa resta (a parte le foto ricordo)?

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Pubblicato in Attualità

A parte le foto ricordo, il giorno dopo la protesta dei venticinque sindaci agrigentini

contro la mancata previsione di risorse all'interno del Recovery plan per le infrastrutture della provincia di Agrigento, rimane ben poco. Va sicuramente in questa direzione d'altra parte lo stesso commento di Francesca Valenti, per la quale purtroppo "solo attraverso le azioni dimostrative, come il sit-in dei primi cittadini di ieri mattina nella Capitale, si riesce ad ottenere attenzione da parte della politica di Roma, e questo - ha aggiunto il sindaco di Sciacca - la dice lunga sulla distanza reale tra il governo centrale e la periferia, a partire da quella che sconta i problemi più gravi, come il nostro stesso territorio".

I risultati incassati così a fine giornata si sono trasformati in nuovi impegni futuri. E non poteva essere altrimenti. Sono state le ministre forziste Mara Carfagna e Mariastella Gelmini, incontrando in delegazione i rappresentanti dei comuni che avevano manifestato fuori da Palazzo Chigi, a tranquillizzare i sindaci sul fatto che che i fondi del Recovery plan non sarebbero stati ancora tutti completamente calati nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza varato dal governo Draghi, e che in prospettiva ci sono ancora ulteriori risorse disponibili da utilizzare - stando a quanto si è appreso - proprio per l'ammodernamento infrastrutturale viario delle zone che più ne hanno bisogno.

Insomma: si parla di altri miliardi dell'Europa ancora da destinare e, si spera, potere intercettare e sfruttare. Nel prendere atto delle rinnovate promesse ricevute, Matteo Ruvolo ha dichiarato che nei rapporti tra Stato e Regione la Sicilia in ogni caso sembra in ritardo, e nel farlo ha invocato la massima e tempestiva collaborazione da parte del governo Musumeci nei confronti degli enti locali nell'ottica di far trovare pronti i territori quando i soldi saranno disponibili.

Più ottimista dei suoi colleghi sindaci Margherita La Rocca Ruvolo, prima cittadina di Montevago nonché deputata regionale forzista, e presidente della commissione Salute dell'Ars e commissaria provinciale di Forza Italia di Agrigento: "Le ministre Gelmini e Carfagna - ha detto - ci hanno prestato attenzione e rassicurazioni, e hanno preso impegni chiari, di cui nei prossimi giorni avremo riscontro”. Si è poi capito che nel Recovery non si poteva mettere (perché lo spirito del provvedimento voluto dall'Unione Europea va in una direzione diversa) neanche un centesimo per la programmazione della tanto sperata chiusura dell'anello autostradale attraverso la realizzazione dell'unico tratto tuttora mancante, ovverosia la Gela-Castelvetrano. Il deputato regionale del Pd Michele Catanzaro, anche lui ieri a Roma, è tornato ad insistere su questa prospettiva, l'unica che - a suo dire - può permettere al nostro territorio di uscire dall'isolamento. 

Il tema dell'ammodernamento delle vie di comunicazione viaria effettivamente è l'emergenza più importante, anche perché da questo risultato a cascata ne potrebbero derivare altri, anche sul piano di un'offerta turistica che sconta le gravissime difficoltà dei potenziali visitatori nel raggiungere le nostre zone. Avevano puntato in alto i sindaci nelle loro rivendicazioni, chiedendo risposte immediate anche nell'ottica della necessaria dotazione della provincia di Agrigento di un aeroporto, per permettere di superare i ritardi che scaturiscono dalla distanza dagli scali principali siciliani. Hanno puntato in alto ma purtroppo ancora una volta si sono scontrati con una politica nazionale più realista del re. E il rischio è che alla fine i sindaci, indifferentemente dalle loro colpe o dalle loro innocenze, continuino a rimanere il parafulmine del malcontento di popolazioni che (ben prima del covid) scontano problemi socio economici che sembrano aggravarsi ogni giorno che passa. 

Letto 510 volte Ultima modifica il Giovedì, 29 Aprile 2021 13:36

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