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Luglio

Vaccini. Sindacati scuola contestano l'ordinanza di Musumeci

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Pubblicato in Attualità

In Italia si discute ormai da alcuni giorni sull’opportunità

di seguire il modello della Francia, ossia di estendere l’utilizzo del green pass anche per accedere a ristoranti e mezzi di trasporto. Un chiaro tentativo di spingere alla vaccinazione. In Sicilia, peraltro, proprio ieri l’Ugl ha proposto una premialità per quanti si vaccinano. Eppure arriva dai sindacati della scuola una forte contestazione verso l’ultima ordinanza del presidente della Regione Nello Musumeci, quella con il chiaro obiettivo di incrementare la campagna vaccinale che segna il passo nell’isola, prevede tra le altre cose la ricognizione del personale non vaccinato nel pubblico impiego, ma anche nel privato, con l’invito ai datori di lavoro di sollecitare alla vaccinazione e in caso di ulteriore reticenza, prevedere l’assegnazione ad altro incarico, che non sia a contatto con l’utenza.

 

No alle liste di proscrizione sul personale scolastico non vaccinato, dicono in una nota congiunta, i segretari regionali di categoria di Cgil, Cisl e Uil. Di più, a parere delle organizzazioni sindacali l’ordinanza di Musumeci non tiene conto delle indicazioni espresse dal Garante per la privacy che ha evidenziato come il datore di lavoro non possa acquisire, neanche con il consenso del dipendente o tramite il medico competente, i nominativi del personale vaccinato o la copia delle certificazioni vaccinali.
Inoltre, aggiungono i sindacati della scuola, l’ordinanza regionale detta disposizioni su una materia, l’obbligo vaccinale appunto, che è di competenza dello Stato secondo quanto stabilito dalla Costituzione. Insomma non può essere una ordinanza regionale a disciplinare la questione, pure di fronte all’emergenza sanitaria che va avanti ormai da un anno e mezzo. Per i sindacati della scuola, poi, l’ordinanza, pur introducendo implicitamente un obbligo di vaccinazione ritenuto non lecito, non fornisce indicazioni chiare su chi e come dovrebbe attuare le disposizioni. Cosa dobbiamo immaginare, chiedono, che i presidi si mettano davanti alla scuole per individuare chi non è vaccinato?

 

Cgil, Cisl e Uil rimarcano ancora come proprio al personale scolastico nei mesi scorsi sia stato destinato il vaccino Astrazeneca che ha scoraggiato non poco i lavoratori per le gravi problematiche derivate dalla somministrazione dello stesso.
“Siamo consapevoli - concludono - che l’adesione massiccia alla campagna vaccinale sia uno degli strumenti per poter riprendere le normali attività di tutti i giorni ma siamo altrettanto certi che, per riprendere a settembre la didattica in presenza in condizioni di sicurezza, occorrano altre misure sostanziali di natura organizzativa, a partire da un incremento degli organici del personale docente e ata e dall’eliminazione delle classi pollaio.

 

Una forte presa di posizione, quella del mondo della scuola, che si inserisce pienamente nel dibattito in corso in tutto il paese sulla campagna di vaccinazione che, dopo una partenza entusiasmante in termini di adesioni,  registra ora un preoccupante rallentamento e nel momento in cui la variante Delta sta facendo risalire i numeri del contagio. Sono ormai lontani i mesi in cui si faceva leva sulle priorità e sull’esigenza della copertura vaccinale per questa o quella categoria di lavoratori, a partire dal mondo della scuola, ma non solo. Prima si tentava di saltare la fila, e qualcuno c’è pure riuscito. Oggi il vaccino c’è, è disponibile per tutti, eppure non ci si mette in fila.

 

Letto 580 volte Ultima modifica il Mercoledì, 14 Luglio 2021 12:13

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