e dragaggio del porto, per un intervento che consentirebbe di effettuare un investimento da almeno 5 milioni di euro. Tra le conseguenze immediate: l'esclusione della città di Sciacca tra quelle che beneficeranno di finanziamenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (o Recovery Fund) destinati alla realizzazione di importanti opere marittime in Sicilia. A muovere questa accusa all'amministrazione comunale sono oggi gli ex consiglieri comunali del Centrodestra Bentivegna, Bono, Caracappa, Cognata, Maglienti, Milioti e Monte. I quali fanno notare che a fronte di una programmazione europea di ben 354 milioni di euro in Sicilia (di cui 195 destinati alla Sicilia occidentale), potranno essere realizzate opere a Palermo, Termini Imerese, Porto Empedocle e Trapani. In quest'ultima città, peraltro, si farà proprio il dragaggio del porto. "Assistiamo inerti a importanti occasioni di finanziamento che ci passano sotto il naso", scrivono i 7 ex consiglieri. Sottolineando come per il porto di Sciacca da circa 20 anni ci sia un progetto che faceva parte di uno specifico accordo di programma quadro Stato-Regione dei primi anni Duemila. "Ma se nessuno si occupa di aggiornarlo e farlo diventare cantierabile (come è stato fatto per il progetto della banchina San Pietro, lavori tuttora in corso), e peggio ancora se i parlamentari del territorio non fanno le dovute pressioni nei tavoli giusti, i finanziamenti non arrivano".

Bentivegna, Bono, Caracappa, Cognata, Maglienti, Milioti e Monte evidenziano che anche i bambini sanno come le risorse finanziarie non arrivino più a pioggia ma solo attraverso progettualità cantierabili. "Niente si è fatto in questi anni per investire in progettualità". Sostengono, inoltre, che i lavori da 6 milioni di euro che si stanno facendo per il completamento della banchina San Pietro, sono stati resi possibili da quello che definiscono "prezioso e determinante lavoro dell'amministrazione precedente, da Fabrizio Di Paola e dallo stesso Calogero Bono". Un lavoro, dunque, che i 7 ex consiglieri rivendicano apertamente all'azione svolta dalla propria parte politica e che - dicono - sta dando i suoi frutti". Vogliono inoltre far notare, gli ex consiglieri, che l'intervento, quello di ampliamento della banchina, è "il più grosso lavoro pubblico a Sciacca da 15 anni a questa parte, un'opera strategica che darà un notevole impulso alle attività cantieristiche diportistiche e strettamente legate ai servizi. Ed inoltre - aggiungono - quella zona avrà un miglioramento urbanistico enorme e anche la viabilità migliorerà tantissimo".

Bentivegna, Bono, Caracappa, Cognata, Maglienti, Milioti e Monte ripercorrono le tappe di questo intervento, sottolineando che si tratta del frutto di una procedura amministrativa molto lunga, che nel 2013 vide tirare materialmente fuori dai cassetti della Regione un vecchio progetto poi aggiornato dal Genio Civile ministeriale, lavoro questo niente affatto semplice ma rivelatosi determinante. Grazie a questo lavoro una delibera della Giunta Regionale nel 2016 ha approvato un elenco di opere finanziabili nell’ambito della nuova programmazione di fondi comunitari 2014-2020 e il potenziamento del porto di Sciacca era stato inserito al terzo posto. E successivamente, a seguito di tutto ciò, è arrivato il tanto atteso decreto di finanziamento. Il fatto che invece oggi si sia perso questo finanziamento per l'escavazione e il dragaggio del porto, con un progetto che evidentemente non era cantierabile, per gli scriventi deve lasciare l’amaro in bocca, considerando anche che - concludono - "nessuno si indigna e in questa città ormai regna sovrana la rassegnazione più totale e anche l’ipocrisia di taluni". Insomma, per il Centrodestra "a Sciacca da diversi anni manca proprio la politica con la P maiuscola".