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27
Settembre

Schifani stravince, ma il 1° partito è il M5S, tanta gente ha votato De Luca e troppa è rimasta a casa

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Pubblicato in Attualità

Chi avesse ancora dei dubbi circa il fatto che nella politica odierna

hanno un valore fondamentale le coalizioni, può guardare benissimo ai risultati delle Regionali. Quelle nelle quali mentre Renato Schifani conquista a mani basse la vittoria alla presidenza a capo del centrodestra, il primo partito in Sicilia è il Movimento 5 Stelle. C'è poi Cateno De Luca, che si è rivelato più che un outsider, che porterà a Sala d'Ercole una pattuglia nutrita di deputati con l'impegno a dare filo da torcere e a cercare il modo di accendere l'interesse pubblico (a partire da quello di fotografi e telecamere). Il governo della Regione continuerà ad essere targato centrodestra, ma con un inquilino diverso a Palazzo d'Orleans, dopo che Micciché ha letteralmente licenziato Nello Musumeci, che comunque non ha certamente ragioni di disappunto visto che ha conquistato un seggio dorato in quel di Palazzo Madama. Anche in Sicilia Fratelli d'Italia è il primo partito della coalizione, ma i numeri qui sono un po' più bassi di quelli che permetteranno a Giorgia Meloni di varcare la soglia di Palazzo Chigi. Del Partito Democratico al momento rimangono le ceneri. Ritengono, i dirigenti, che la storia sarebbe stata un po' diversa se anche qui i grillini non si fossero tirati indietro rispetto alla prospettiva del cosiddetto campo largo. Ma sanno bene anche loro che non ci sono scuse, e che bisogna ripartire da un ragionamento che contenga una proposta politica concreta, anche se si sa che in Sicilia la Sinistra non avrà mai vita facile. La maggioranza all'Ars sarà nettissima, e senza scuse possibili per chi avrà il compito di governare. C'è un'insoddisfazione diffusa con la quale però bisogna fare i conti. Che non è solo quella che vota Cateno De Luca, ma è anche se non soprattutto quella di chi non è andato a votare. Il dato di affluenza alle urne poco sopra il 48% indica una realtà incontrovertibile. È stato detto da più parti che il voto al Movimento 5 Stelle è quello di chi percepisce il reddito di cittadinanza. Ma se così fosse quello che viene fuori è comunque un malessere sociale che non si può liquidare con una battuta o ipotizzando l'abolizione di una misura che, nella peggiore delle ipotesi possibili, ha permesso a tanta gente di potere fare la spesa e di recuperare un po' di dignità. Ed è questa una realtà di cui a Roma il nuovo governo di destra-centro non potrà non tenere conto. Riformare il reddito di cittadinanza è una cosa che va fatta per evitare che su una misura di reale coesione sociale proliferino i furbi. Ma riformare e aggiustare è una cosa, abolire è un'altra cosa. Chiudiamo con una annotazione curiosa sugli eletti al Parlamento nazionale, il primo che dopo il taglio avrà 315 parlamentari in meno rispetto alla precedente legislatura. Oltre alla elezione della ex sindaca di Porto Empedocle Ida Carmina, tra i nuovi senatori c'è anche il magistrato Roberto Scarpinato, che ha origini di Sciacca. Eletti nell'uninominale Lillo Pisano alla Camera (che probabilmente dovrà iscriversi al Gruppo Misto visto che al momento il partito di Fratelli d'Italia ha fatto sapere di ritenerlo sgradito per le sue frasi inneggianti ad Hitler) e Stefania Craxi al Senato.  

Letto 758 volte Ultima modifica il Martedì, 27 Settembre 2022 13:54

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