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17
Novembre

Giunta Schifani. Forza Italia e Fratelli d'Italia spaccati, maggioranza già senza numeri

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Pubblicato in Attualità

La foto di gruppo, con i consueti sorrisi di circostanza, rischia di essere

il primo e, finora, unico, momento di serenità per la Giunta di governo targata Renato Schifani. Una giunta che prende il via nella bufera e che lascia in eredità attriti personali difficilmente superabili sia in casa Forza Italia sia in casa Fratelli d'Italia. Ed una prima conseguenza c'è già stata. La maggioranza, si fa per dire, di centrodestra ha fallito il primo banco di prova: la vice presidenza dell'Assemblea regionale siciliana, infatti, è andata a sorpresa a Nuccio Di Paola del Movimento 5 Stelle, che ha ottenuto 35 voti su 68, ossia 5 in più rispetto al totale dei deputati delle opposizioni. Insomma è stato eletto grazie ai voti provenienti da qualcuno del centrodestra. In Aula Forza Italia si è spaccata in due gruppi parlamentari distinti e separati, denominati Forza Italia 1, che fa capo a Schifani ed a cui fa riferimento anche Margherita La Rocca Ruvolo, e Forza Italia 2, che fa capo al leader regionale Gianfranco Micciché che, tra l'altro, per Statuto, è l'unico autorizzato ad utilizzare il simbolo ufficiale. Un'altra bella gatta da pelare. Micciché, com'è noto, non ha preso per niente bene né che non abbia avuto incarichi rilevanti a Roma dal nuovo governo Meloni né che gli sia stata negata la possibilità di mantenere la carica di Presidente dell'ARS, andata a Gaetano Galvagno. Anche in quel caso, tra l'altro, l'elezione di Galvagno è avvenuta soltanto grazie all'appoggio dell'opposizione, ossia dei deputati di Cateno De Luca. Ed è a Cateno De Luca che guarda Renato Schifani per assicurare i numeri necessari al governo per andare avanti. Operazione complicata, quasi impossibile, sia perché De Luca sembra avere rapporti migliori con Micciché rispetto a Schifani sia perché non ha per nulla gradito la nuova giunta, definita dal leader di “Sicilia Vera” “romanocentrica”.

Se Forza Italia piange, Fratelli d'Italia non ride. Giusy Savarino e Giorgio Assenza, sedotti e abbandonati quando erano già pronti a far parte del governo regionale, per usare un eufemismo, non l'hanno presa bene, scalzati rispettivamente da Elena Pagana e da Francesco Scarpinato, imposti direttamente da Roma. Pagana voluta fortemente dal neo ministro Nello Musumeci e Scarpinato caldeggiato dal ministro Francesco Lollobrigida, cognato del premier Giorgia Meloni. I circoli siciliani di Fratelli d'Italia sono in rivolta, Savarino ha messo una pietra sopra sulla sua amicizia decennale con Musumeci e molti deputati meloniani minacciano di votare secondo coscienza. La maggioranza, in teoria costituita da 40 elementi, nei primi passaggi parlamentari, ha potuto contare su non più di 32 – 33 voti, e siamo soltanto all'inizio.

Letto 486 volte Ultima modifica il Giovedì, 17 Novembre 2022 12:35

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