nel braccio di ferro interno alla sua coalizione con il Pd c'è anche quella di tornare ad irrobustire il gruppo politico di Mizzica, quello nato con lui. Un fronte che, alla luce di alcune notissime vicende (da Giuseppe Catanzaro trasmigrato nella Dc a Gabriele Modica che recentemente ha aderito ai Dem) si è oggettivamente indebolito. Per riuscirci il sindaco dovrebbe convincere Alessandro Curreri, prossimo all'ingresso in giunta al posto di Salvatore Mannino, a lasciare lo scranno di consigliere comunale. L'obiettivo di Fabio Termine è quello di agevolare l'ingresso in aula della prima dei non eletti della lista che porta il suo nome (costola di Mizzica) Debora Piazza, che di Mizzica è tuttora una dirigente. La missione è tutt'altro che agevole: Curreri infatti non sembra propenso a fare quello che Fabio Leonte non ha fatto, tanto per intenderci. Eppure per Fabio Termine questo passaggio sarebbe politicamente molto significativo. Ad Alessandro Curreri, che lo ha sostenuto sin dalla prima ora, il sindaco è disponibile a fornire importanti garanzie politiche. La sensazione prevalente è che manchi poco ormai all'uscita di scena di Salvatore Mannino, quetione anch'essa delicata anche dal punto di vista dei rapporti umani, non solo di quelli politici.
Ma al di là di questo tentativo il primo cittadino è chiamato prima a trovare una via d'uscita politica dall'angolo nel quale il Partito Democratico di fatto lo ha messo. I retroscena di queste ultime ore riferiscono di un Fabio Termine sempre meno disponibile a farsi logorare oltremisura da un Pd che, dopo le tensioni degli anni scorsi, appianate dopo l'intesa elettorale che lo avrebbe portato a diventare sindaco, lo sta mettendo in evidenti difficoltà, soprattutto nei confronti dell'opposizione, avendolo esposto perfino al rischio che venga portata avanti una mozione di sfiducia.
E se adesso non sembra dispiacere affatto, al primo cittadino, l'ipotesi che il partito dell'onorevole Michele Catanzaro indichi davvero il nome di Simone Di Paola per sostituire finalmente Antonino Certa (soluzione verso la quale si starebbe approdando), appare difficile immaginare che le tensioni col Pd possano chiudersi solo con l'approdo in giunta del segretario provinciale Dem, peraltro una personalità sicuramente politicamente assai esperta.
Ieri al nostro Tg Fabio Termine ha detto che l'unico problema che ritiene di dovere risolvere è la sostituzione di Certa. Ma ormai è chiaro che il Pd, alla luce dei nuovi equilibri interni a Sala Falcone-Borsellino, pretenda un terzo assessore e, probabilmente, una rimodulazione delle deleghe, anche pretendendo che il sindaco defenestri uno dei due assessori di Mizzica. Ecco spiegata dunque la necessità di provare ad agevolare l'innesto in Sala Falcone Borsellino di Debora Piazza. Ma le richieste dei Dem sono una questione destinata ad alimentare ulteriormente le tensioni interne. Al punto tale che il sindaco, confrontandosi con i suoi, non avrebbe escluso l'ipotesi di dire pubblicamente basta a quello che considera ormai un accerchiamento, considerando necessaria un'inversione di tendenza, nella consapevolezza che così non si può andare avanti. Conclusione: per il primo cittadino, che evidentemente capisce che la città non può ancora assistere a lungo a questo spettacolo, il tempo è scaduto, e il Pd deve indicare nel giro di qualche ora (non certo di altri giorni) il nome del nuovo assessore. E, soprattutto, bisogna guardare oltre e occuparsi dei problemi della città di Sciacca. Un messaggio chiaro anche su possibili ulteriori pretese. Ma, naturalmente, le cose sono molto più complicate di così.