di Sciacca sarà presentato domani mattina, in occasione dei lavori convocati per approvare gli equilibri di bilancio. Il tema è quello dell'acqua pubblica, di un'emergenza che deve impegnare l'amministrazione ad aprire una autentica 'vertenza Sciacca', alla luce di una situazione in cui disservizi e forniture idriche troppo parziali fanno disperare per il presente e preoccupano per il futuro. Sciacca è un caso a parte, non foss'altro che per il fatto che Sciacca l'acqua ce l'ha, e questo, pur riconoscendo la necessità di condividere le risorse a livello di ambito, non può passare in secondo piano come finora è successo. Documento che punta ad essere politicamente condiviso sia dalla maggioranza che dall'opposizione.
Il monito di ieri del presidente di Aica Settimio Cantone è inquietante: in estrema sostanza, ha evidenziato che se la scorsa estate la popolazione ha in qualche modo superato l'emergenza, questa volta le cose potrebbero andare peggio. L'acqua ad oggi contenuta negli invasi è sempre di meno, e senza garanzie sulla data certa in cui potranno essere disponibili i celebri dissalatori, stavolta gli scenari rischiano di essere davvero drammatici. Uno stato delle cose che fa perfino passare in secondo piano i conti in rosso di Aica, in un contesto che rende a dir poco incerto il futuro.
La città di Sciacca, serbatoio della provincia di Agrigento, è profondamente insoddisfatta della qualità del servizio idrico integrato di cui dispone. Lo hanno ribadito le istituzioni, ma ieri soprattutto a farlo sono stati anche i rappresentanti dei comitati di quartiere. I rappresentanti di Aica d'altronde sono stati convocati per rispondere all'appello di un servizio che possa essere in prospettiva migliore e più efficiente. Ma, sia il presidente Cantone che il direttore generale Guarneri, hanno messo sul tappeto una situazione di crisi strutturale dell'azienda dal punto di vista finanziario, e soprattutto di indisponibilità sostanziale di risorse idriche da distribuire ai 34 comuni. L'obiettivo dell'incontro di ieri non è stato raggiunto. Le certezze emerse sono due: la prima è che se non arriveranno i dissalatori la popolazione rischia di patire una sete senza precedenti; la seconda è che per ripianare le perdite potrebbe essere necessario rincarare le bollette idriche. Certezze a dir poco drammatiche che necessitano evidentemente della massima attenzione.
Dal punto di vista finanziario l'ipotesi che le bollette aumentino genera la sensazione che a questo risultato prima o poi si arrivi, anche se si tratterebbe di una condizione inaccettabile, soprattutto perché tra i 34 comuni ce ne sono tre che non hanno mai fatto niente per tenere in vita Aica, approfittandosi del fatto che ci hanno pensato gli altri comuni, tra i quali quello di Sciacca, a fare il proprio dovere, anche per loro evidentemente.
Intanto i consiglieri comunali Raimondo Brucculeri e Maurizio Blò sono firmatari di una lettera aperta a cittadini ed autorità competenti per chiedere le dimissioni dei vertici di Aica e la nomina di una nuova dirigenza. I due consiglieri si dicono preoccupati per la gestione del servizio idrico, soprattutto a seguito degli incontri di ieri. Fann notare, i due consiglieri comunali, quella che ritengono essere la chiara incapacità dei vertici del gestore idrico di fornire risposte concrete alle legittime richieste dei cittadini.
Un convincimento che scaturisce, dal loro punto di vista, dall'atteggiamento dei rappresentanti di Aica, che - a giudizio di Brucculeri e Blò - avrebbero tergiversato, fornendo risposte vaghe e generiche che non hanno affrontato nel merito le problematiche sollevate. "Questa mancanza di trasparenza e di responsabilità è inaccettabile", dicono i consiglieri di opposizione. "E questo - aggiungono - soprattutto alla luce delle gravi difficoltà che i cittadini si trovano ad affrontare quotidianamente. È inammissibile - osservano - che la popolazione sia costretta a ricorrere a servizi sostitutivi per approvvigionarsi di acqua, anziché riceverla direttamente dalla rete idrica gestita da Aica". Ritengono, Brucculeri e Blò, che tale situazione rappresenti un grave disservizio e un palese fallimento nella missione di un gestore che dovrebbe garantire un bene primario come l’acqua.