Intendendo in qualche modo sottolineare come il comune di Sciacca, se proprio fosse stato costretto a venderli, avrebbe dovuto incamerare un bel po' di quattrini. Fu solo superbia, perché in realtà di potenziali acquirenti nel corso degli anni se ne sono visti ben pochi. Stiamo parlando di un minielenco di beni immobili di proprietà comunale finiti all'interno di un avviso pubblico di vendita per il tramite di asta pubblica. Sono 5 beni, per un valore complessivo che sfiora i 350 mila euro. Il valore più corposo è quello degli ormai celeberrimi "Baglio Maglienti" (stimato in 140 mila euro) e la cosiddetta "Ex pizzeria Punker" (valore indicato in questo caso 112 mila euro). Beni un tempo appartenuti alla defunta Sitas e poi passati nel patrimonio comunale dentro un procedimento compensativo con la società regionale che avrebbe dovuto realizzare 9 alberghi ma che sarebbe poi finita in liquidazione. Da almeno 25 anni questi due immobili in particolare fanno parte di quei beni da sottoporre o a valorizzazione o alienazione, nell'ambito, di anno in anno, di quello che, di fatto, è stato niente più che un atto propedeutico all'approvazione del Bilancio di previsione.
Beni immobili che però adesso entrano a far parte di un avviso pubblico. Ed è la prima volta che questo accade. Su questo la commissione Bilancio e Finanze presieduta da Filippo Bellanca si era espressa, anche perché di valorizzazione di questi beni non ce n'è mai stata (perfino 'valorizzare' ha un costo), mentre qualche altro immobile (tra cui la ex scuola rurale di contrada Sovareto) in passato fu in qualche modo ceduta, ma sempre dentro un procedimento di compensazione tra crediti e debiti. Con l'assessore Leonte l'amministrazione ha accolto la proposta della commissione, e dunque proveniente dall'opposizione. Ma dell'elenco di beni che si punta ad alienare fanno parte anche alcune porzioni di terreni incolti e liberi, situati all’interno del tessuto urbano di Sciacca, in qualche caso incastonati tra edifici e proprietà private. Quello più prezioso si trova in via Giovanni XXIII, nei pressi della sede della Lilt, ricadente in zona urbanistica B6. Prezzo base 65.727 euro, per circa 445 metri quadrati valutati 67 euro al metro quadro. Stessa valutazione anche per un'altra porzione di terreno situata in via Brigadiere Nastasi, all'incrocio con la via Verona. In questo caso il prezzo base da sottoporre ad asta è di 30 mila euro circa. Questa è urbanisticamente zona B3. Il bene più economico è una porzione di terreno, destinata a viabilità, situata in via Madonnuzza. In questo caso il prezzo base è quasi di 1.400 euro. Ben poco il valore, di poco superiore ai 6 euro al metro quadro.
C'è tempo fino a tutto il 7 aprile per potere presentare un'offerta. Anche se l'alienazione è un passaggio propedeutico al Bilancio, in ogni caso le somme entrerebbero a farne parte solo in caso di successo della vendita. Vedremo dunque se i "gioielli di famiglia" troveranno finalmente dei compratori. Se le cose andassero bene, di certo non saranno 350 mila euro a determinare grossi cambiamenti nei conti comunali. Ma se le cose andassero davvero bene significherebbe che, finalmente, dopo anni di discussioni, il comune sarà riuscito a centrare l'obiettivo di liberarsi di fardelli (soprattutto quelli ricadenti nel circuito della ex Sitas) che di fatto non sono mai serviti a niente.