dell'aumento delle bollette idriche. La riunione di cui vi abbiamo dato conto nel corso dei nostri telegiornali di ieri, si è conclusa con l'ennesimo rinvio. I sindaci sono chiamati a pronunciarsi sulla richiesta di Aica di aumentare le bollette. Dopo una prima proposta di un incremento del 9,95% (teso ad aumentare il gettito di almeno altri 5 milioni), i vertici dell'azienda idrica consortile si sono presentati con una proposta alternativa, che dimezza la percentuale relativa a questo aumento, dunque dal 9,95 al 5,4%. Ma sul tappeto c'è anche la proposta del presidente di Ati Giovanni Cirillo, sindaco di Montallegro, che dice no ad ogni aumento.
La situazione resta complicata, soprattutto rispetto a due criticità che probabilmente inficiano lo spirito stesso della gestione consortile. Primo: la provincia di Agrigento si compone di 43 comuni, ma Aica gestisce l'acqua in 34 municipalità (le altre si sono viste riconoscere il diritto alla gestione in autonomia); secondo: dei 34 comuni gestiti ce ne sono alcuni (i centri più grossi sono Licata e Palma di Montechiaro) che non hanno mai versato né la quota di capitale sociale, né la quota parte del prestito ponte da 10 milioni garantito dalla Regione quando Aica fu costituita. Naturalmente i cittadini di questi comuni ricevono acqua e manutenzioni idriche. Ma su quest'ultimo aspetto il sindaco di Favara Antonio Palumbo ha proposto un ridimensionamento quanto meno degli interventi di manutenzione su questi territori. Perché alla fine, se c'è qualcuno che paga e qualcuno che non paga, vuol dire che non si è tutti uguali.
Cirillo dice che il clima in Ati è tutto sommato sereno. La questione però è più che complessa. Nessuno tra i primi cittadini intende sottoscrivere gli aumenti delle bollette, soprattutto nella fase drammatica che si sta attraversando. Ma non è di certo così che si può andare avanti, tra disservizi e costi che continuano a lievitare. E pochi giorni dopo i problemi ai pozzi Carboj, stavolta a finire ko, per un guasto al gruppo elettrogeno (che dovrebbe essere la soluzione d'emergenza) è stato il pozzo 4 di Grattavoli. Ne scaturisce una riduzione della dotazione idrica complessiva consegnata ai serbatoi comunali di Sciacca dove, pertanto, la distribuzione idrica prevista potrà subire slittamenti e limitazioni, con conseguenti disservizi per le utenze private. L'acqua di Grattavoli serve anche l'acquedotto Favara di Burgio, che alimenta altri 10 comuni: Agrigento, Favara, Ribera, Caltabellotta, Calamonaci, Cattolica Eraclea, Montallegro, Siculiana, Realmonte e Porto Empedocle. Anche qui la turnazione subirà disagi. Aica ha avvisato i sindaci interessati, ribadendo che la distribuzione dal pozzo Grattavoli tornerà ad essere regolare non appena verrà riparato il gruppo elettrogeno e in ogni caso questa procedura ha bisogno dei tempi tecnici. Risultato: diversi turni di fornitura idrica che erano stati programmati per questa mattina sono saltati.