che hanno portato 24 sindaci ad approvare la delibera di aumento del 5,4% delle tariffe idriche.
Quel che è però emerso è la spaccatura tra i sindaci agrigentini e, soprattutto, la gestione Aica ritenuta fallimentare.
La politica deve togliere le mani dall’Azienda, ha dichiarato il sindaco di Sciacca Fabio Termine annunciando la richiesta di rimozione dei vertici.
Ha poi definito vergognoso l’atteggiamento di quei colleghi che si sono defilati, che non sono in regola con i pagamenti. Così non si può andare avanti, ha detto Fabio Termine che ha presentato una delle due mozioni (l’altra è a firma del sindaco di Favara) volta a ridimensionare il servizio idrico, a partire dal quantitativo, in quei comuni che sono inadempienti.
Conferenza stampa alla quale hanno partecipato soltanto una decina di sindaci della provincia, con il primo cittadino di Montallegro e presidente dell’Ati Giovanni Cirillo che ha tenuto a precisare come l’aumento del costo dell’acqua si traduca in circa 12 euro l’anno in più ad utenza e come il provvedimento sia stato assunto non per salvare Aica, ma per evitare che i debiti dell’azienda potessero generare il dissesto economico per i comuni chiamati a ripianare la situazione.
Per la sindaca di Montevago Margherita La Rocca Ruvolo è dirimente affrontare la questione della gestione Aica, ma soprattutto fare chiarezza rispetto al diverso atteggiamento fino ad oggi tenuto dai sindaci, tra chi paga e chi non paga, tra chi si assume le responsabilità e chi non lo fa.