Un provvedimento che viene ritenuto illegittimo, oltreché moralmente inaccettabile dall’Unione dei Comitati di Quartiere della città di Sciacca che ha espresso forte preoccupazione e disappunto ritenendo che lo stesso non affronti le cause profonde della crisi del Servizio Idrico Integrato in provincia di Agrigento. Si evidenzia come l'aumento genererà circa 2,6 milioni di euro in più a carico dell'utenza senza risolvere i problemi strutturali del servizio idrico e la situazione economica in cui si trova ad operare l’azienza,. Insomma si pone l’accento sulla questione che si trascina sin dalla costituzione di Aica e che ad
oggi non è stata risolta, quella di diversi comuni agrigentini che non hanno mai versato le quote societarie, a partire da quelle del prestito regionale, e che non pagano regolarmente l'acqua che viene loro garantita, accumulando debiti milionari nei confronti dell’Azienda che sono pari, se non superiori, alla copertura assicurata ora con l’aumento delle tariffe. Non pagano, ma decidono anche l’aumento. Una situazione paradossale, con l’Unione dei Comitati di Quartiere della città di Sciacca che evidenzia come saranno tutti i cittadini della provincia a pagare questi debiti.
Al sindaco Fabio Termine si contesta di avere partecipato alla votazione per l’aumento delle tariffe idriche, invece di astenersi, determinando così un carico economico per i suoi concittadini. È tempo che le amministrazioni locali siano chiamate a rispondere delle loro azioni, aggiungono i responsabili dei comitati di quartiere della città, che di fronte a quella che definiscono l’incapacità delle amministrazioni di gestire i servizi pubblici in modo efficiente e responsabile annunciano che chiederanno un intervento urgente della Prefettura e della cabina di regia regionale per avviare un vero riordino del Servizio Idrico Integrato in provincia di Agrigento.