di procedere all’aumento delle tariffe idriche. Una scelta difficile, sostiene, che non ha come obiettivo il salvataggio di AICA, ma quello di evitare il dissesto finanziario dei rispettivi Comuni.
Cartello Sociale che torna su quello che ritiene sia il vero nodo irrisolto, quello che riguarda i singoli comuni, con alcuni sindaci che non hanno ancora versato le quote di capitale sociale e non hanno utilizzato i fondi del prestito regionale destinati all’avvio della società consortile. Alcuni addirittura, colpevolmente, prendono l'acqua senza pagarla di fatto, csponendo Aica al rischio fallimento e facendo pagare ai cittadini quanto da loro non versato. A tal fine il Cartello Sociale evidenzia come, al 31 dicembre dello scorso anno, tre comuni da soli raggiungono quasi il 50% del debito dell’azienda. E’ giusto che i cittadini sappiano chi ringraziare per questa situazione e questo aumento tariffario, denuncia il Cartello Sociale della provincia.
Su quasi 6 milioni di euro di crediti che Aica vanta, 3 milioni e 779 sono imputabili a quattro comuni. Bivona deve 604 euro, Canicattì 848 mila, Licata 787 mila e Palma di Montechiaro 1milione e 500 mila euro. Si arriva 3 milioni e 779 mila euro non versati, il 58%
Questo atteggiamento, sostengono gli esponenti del Cartello Sociale, fa sospettare l’esistenza di strategie orientate a ostacolare la gestione pubblica del servizio idrico integrato, ma soprattutto non è più tollerabile tale situazione di ambiguità. Cartello Sociale che, infine, ricorda come l’emergenza idrica in atto sia destinata a peggiorare nei prossimi mesi e come la grave situazione imponga alla politica una assunzione di responsabilità