la Chiesa agrigentina non può restare in silenzio ed indifferente. Parte da questa premessa l’intervento dell’ufficio di Pastorale Sociale e del Consiglio Pastorale Diocesano in merito alla recente inchiesta della Procura di Agrigento sul presunto giro di appalti truccati, in primis quello della nuova rete idrica della città dei templi. Un richiamo alla responsabilità morale e al senso civico della comunità agrigentina quello che è arrivato dalla Chiesa per un sistema, quello che emerge dalle indagini, caratterizzato dalla corruzione e dal condizionamento di importanti opere pubbliche. L’arcidiocesi ha ritenuto di dover condannare pubblicamente la corruzione, in ogni sua forma, perché è un male che distrugge il tessuto sociale, togliendo risorse ai più deboli e minando la fiducia tra cittadini e istituzioni, ma anche di unirsi all’invito del Procuratore della Repubblica di Agrigento affinché, chiunque sia a conoscenza di fatti o dinamiche rilevanti, si assuma la piena responsabilità di collaborare con la magistratura e con le forze dell’ordine. Questa richiesta, si evidenzia nel documento, non è solo un appello civile, ma anche una profonda chiamata evangelica e morale, che trova pieno fondamento nella Dottrina Sociale della Chiesa. La legalità è condizione essenziale per la giustizia sociale, per la promozione della dignità della persona e per la costruzione del bene comune. Chiesa agrigentina che evidenzia come non può in nessun modo trovare giustificazione l’omertà e la complicità ad un sistema ingiusto e corrotto e rivolge un appello forte alla coscienza di ogni cittadino, imprenditore, amministratore, politico, professionista a scegliere con coraggio la verità, la giustizia e la responsabilità.