decisione dei componenti del CdA di rassegnare il mandato nelle loro mani. Da oggi a mercoledì, giorno in cui l’assemblea tornerà a riunirsi e a deliberare, si prevedono giorni di intensi confronti e scontri. La spaccatura è evidente, quel che non è chiaro è se prevarrà il fronte dei sindaci che intendono mandare a casa l’attuale governance di Aica (capeggiato da Fabio Termine) o quello di chi intende, invece, confermare il presidente Cantone e gli altri componenti del consiglio. Una partita dall’esito imprevedibile, ma che va giocata fino in fondo, ha apertamente dichiarato ieri in assemblea il sindaco di Sciacca.
Per Fabio Termine i sindaci debbono assumersi la responsabilità della gestione oppure affidarla ad esperti manager.
La questione del mantenimento o meno dell’attuale CdA di Aica, manco a dirlo, assume anche una rilevante connotazione politica.
Lo stesso presidente Settimio Cantone è andato ieri oltre la relazione tecnico-finanziaria, accusando apertamente alcuni sindaci di avere messo in atto una campagna di discredito, sfociata anche in insulti personali.
Dimenticano che Aica è una società pubblica e che è obbligo dei sindaci verificare l’andamento dell’Azienda, ha aggiunto il presidente Cantone, rimarcando quello che viene ritenuto un atteggiamento incomprensibile, quello di prenderne le distanze come se questa fosse un’entità disgiunta dal ruolo di proprietario che appartiene ad ogni sindaco.
Siamo alla frutta, verrebbe da dire e la questione è ben più grave.
Indipendentemente da come andrà a finire mercoledì prossimo, ossia da chi dovrà gestire l’Azienda, sono i sindaci che devono affrontare e subito la questione dirimente, quella relativa alla situazione economica di Aica e ai debiti che continuano a crescere. Ammonta a quasi dieci milioni quello nei confronti delle compagnie energetiche e a 19 milioni di euro quello nei confronti di Siciliacque. E’ necessaria una ricapitalizzazione, ha detto ieri il presidente Cantone, rimarcando proprio la questione del costo dell’acqua praticato dalla società di sovrambito
Quello del prezzo praticato da Siciliacque è un problema che va affrontato subito con la Regione Siciliana, così come il tema di una eventuale e necessaria ricapitalizzazione dell’Azienda. A farlo devono essere i sindaci, chiarendo una volta e per tutte però se intendono portare avanti la gestione pubblica del servizio idrico o compiere altre scelte.