più basse di sempre a consultazioni referendarie quello che si è registrato anche a Sciacca, dove a votare è andato poco più del 23% degli aventi diritto, numero che corrisponde quasi perfettamente a quello relativo all'affluenza registrata nell'intera regione Siciliana. Stiamo parlando di 7 punti percentuali in meno di quelli che si sono registrati a livello nazionale. A Sciacca a votare sono andate in particolare 7.349 persone. Non è stato raggiunto il quorum necessario per i quattro quesiti sul lavoro né per il quinto sulla cittadinanza agli stranieri. Lo spoglio ha comunque sancito che i Sì, per l'abolizione in tutto o in parte delle norme indicate, erano stati in stragrande maggioranza. Un risultato che ripropone il tema dell'importanza del refendum come strumento di democrazia diretta, e del suo utilizzo anche per finalità di lotta politica.
Le norme per le quali si chiedeva l'abolizione riguardavano quelle sul jobs act, in particolare sul diritto al reintegro (e dunque non solo all'indennizzo) in caso di licenziamento illegittimo, l'abolizione del tetto massimo all'indennità per i licenziamenti illegittimi, la revisione delle norme che disciplinano i contratti a tempo determinato, l'estensione della responsabilità per eventuali incidenti sul lavoro anche all'impresa che ha devoluto un'opera in subappalto e la riduzione da 10 a 5 anni del periodo necessario prima che si possa acquisire la cittadinanza italiana.