dell'acqua alla Menfi Servizi, società pubblica con unico socio al 100 per cento il comune, non può significare tendere verso una privatizzazione del servizio idrico. Questa la conclusione dell'intervento di ieri sera del sindaco Vito Clemente nella seduta consiliare aperta convocata a seguito delle polemiche scaturite dalla presa di posizione del gruppo consiliare di opposizione Verso Menfi, che aveva chiesto la revoca di due determine dirigenziali da centomila euro, di affidamento alla Menfi Servizi Srl, per occuparsi di riparazione della rete idrica e fognaria e di lettura dei contatori, inclusa l'apposizione di sigilli di sicurezza, alla società Menfi Servizi srl. Questi afffidamenti, ha detto il primo cittadino, garantiscono qualità ed efficienza.
L'opposizione aveva lamentato che il consiglio comunale era stato scavalcato, temendo anche che "questo tipo di approccio apra la strada a una pericolosa tendenza verso la privatizzazione del servizio idrico integrato, senza il dibattito e la votazione che una scelta di questa portata richiede."
Clemente ha ricordato come la gestione idrica, in quanto pubblica, rimarrà in capo al comune, mentre alla Menfi Servizi Srl, società in ogni caso pubblica, sono stati affidati alcuni servizi.
“Per noi era importante sancire che nessun provvedimento che riguardi l'acqua può essere adottato senza consultare il consiglio comunale”, commenta al nostro Telegiornale l'avvocato Ludovico Viviani. Per il quale la questione centrale deve rimanere quella di principio rispetto ad un tema su cui la popolazione menfitana è particolarmente sensibile.
Sulla vicenda oggi è intervenuto anche l'arciprete di Menfi don Alessandro Di Fede Santangelo, che in un post su Facebook ha espresso parole di apprezzamento per la qualità della partecipazione popolare ai lavori consiliari di ieri sera. Cittadinanza che, ancora una volta – dice don Alessandro – ha mostrato maturità, attenzione e amore per questa terra”.
L'arciprete ha chiesto, oltre le differenze politiche, il rispetto reciproco, che aiuta alla crescita e rende più autentico il confronto. “Ma ci sono temi, come quello dell’acqua, in cui il senso profondo della dignità e della giustizia ci fa ritrovare tutti dalla stessa parte. Perché l’acqua non è solo un servizio: è vita, è dono di Dio, è un diritto che va protetto e mai messo a rischio”.
Per don Alessandro quella per l’acqua pubblica non è stata una battaglia qualunque. È stata, ed è, una scelta di responsabilità e di amore per il futuro. Una scelta che ha radici forti nel passato, ma che dobbiamo continuare a custodire insieme, con coraggio e vigilanza.
Mi ha fatto bene, e ve lo dico con sincerità, vedere che, al di là dei cambiamenti di chi amministra, resta viva in tutti la consapevolezza del valore di questo bene.
È segno di una maturità civile, ma anche di una fede che sa farsi concreta. Perché quando custodiamo l’acqua, stiamo in fondo custodendo la vita, e anche la benedizione del Signore su di noi.
Allora vi invito, come fratello e come pastore, a non perdere mai questa sensibilità. Continuiamo a sentirci corresponsabili, ognuno per la sua parte, e sempre riconoscenti per ciò che ci è stato donato.
Che l’acqua non sia mai occasione di divisione, ma segno di unità, e stimolo a prenderci cura di ciò che è nostro, non per possesso, ma per amore.