del reparto di medicina trasfusionale perchè consegnate 20 minuti dopo l'orario stabilito, senza tra l'altro dare agli operatori dell'Avis indicazioni su cosa fare delle unità di emocomponenti respinte. E' polemica tra l'Avis di Sciacca e l'unità operativa di medicina trasfusionale dell'ospedale Giovanni Paolo II. In una nota diffusa alla stampa, la dirigenza Avis si dice indignata per un fatto, definito grave e increscioso, verificatosi il 6 novembre scorso quando, al termine delle attività di raccolta di sangue, alle ore 12.15 venivano trasportate dal personale Avis alla medicina trasfusionale le unità di sangue raccolte e i relativi prelievi ematici, ma le sacche e tutti i prelievi non sono stati accettati poiché la consegna, su disposizione del direttore dell'unità operativa, doveva avvenire entro le ore 12. Dall'Avis precisano, tra l'latro, che le sacche raccolte comprendevano anche una unità di piastrine e una sacca destinata ad un paziente talassemico per la trasfusione programmata. Dunque, per un ritardo di circa 20 minuti, 25 unità di emocomponenti disponibili per la salute di diversi pazienti e in alcuni casi per la sopravvivenza di malati gravi, sono state rifiutate. Un ritardo, precisano ancora dall'Avis, dovuto alla grande affluenza di donatori di cui 15 studenti alla prima donazione. Per la dirigenza Avis di Sciacca, quanto accaduto si pone in netto contrasto con l'appello lanciato nei mesi scorsi dal Prefetto di Agrigento e nello scorso mese di ottobre dall'assessorato alla sanità che ha perfino convocato le associazioni operanti nel settore per discutere del calo di donazioni in provincia di Agrigento e delle azioni da intraprendere per invertire il trend negativo. Sotto accusa la disposizione del 29 ottobre scorso del direttore della medicina trasfusionale che ha dato una indicazione perentoria sugli orari di conferimento, vincolando il centro di raccolta Avis di Sciacca alla consegna entro le ore 12 e tra le ore 14 e 14.15 per gli altri punti di raccolta aggregati. Una disposizione che, per l'Avis, mette un freno a tutti i centri di raccolta. Da anni, si legge nel comunicato, denunciamo alle istituzioni competenti il continuo conflitto tra le direttive date dalla medicina trasfusionale, le indicazioni di legge e le continue sollecitazioni ad aumentare i numeri della raccolta di sangue che provengono dalle stesse istituzioni. Insomma una gestione che rischia di vanificare tutti gli sforzi compiti dall'Avis per incrementare le donazioni e lo spirito solidaristico ma anche il sacrificio di tutte quelle persone che gratuitamente e volontariamente donano parte di se stessi per il bene altrui. Ma la nota del 29 ottobre scorso del dottore Pasquale Gallerano, responsabile della medicina trasfusionale, è chiara: a partire dal primo novembre, a garanzia della qualità e sicurezza del prodotto e in linea con le procedure GpG, è stata data disposizione a tutto il personale tecnico del reparto di non accettare unità di sangue intero e di emocomponenti oltre l'orario stabilito. Una nota in cui si precisa che non saranno più accettate consegne in deroga.