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22
Maggio

Strage di Capaci, due iniziative a Sciacca

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Pubblicato in Attualità

Anche la città di Sciacca ricorda il sacrificio di Giovanni Falcone, della moglie Francesca Morvillo e degli uomini della scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro,

uccisi nell’agguato sull’autostrada A29, nei pressi di Capaci.

 

Il sindaco Francesca Valenti ha promosso un momento di commemorazione per domani, giovedì 23 maggio, alle ore 9,30, nella villetta Lombardo, davanti al cippo in pietra arenaria che ricorda tutti i caduti nella lotta contro la mafia.

 

Nel pomeriggio di domani, invece, con inizio alle ore 17,58, l’ora esatta della strage di Capaci, nell’atrio superiore del Palazzo Municipale, è previsto un altro momento. Si darà voce al giudice Giovanni Falcone attraverso il suo libro Cose di cosa nostra, in cui il magistrato racconta la sua lotta alla mafia, con tutte le difficoltà incontrate.

 

Brani significativi del libro saranno letti da Raimondo Moncada. Ci sarà quindi l’intervento del coro di voci bianche della Skenè Academy, diretto da Ignazio Catanzaro, e degli alunni delle scuole “Sant’Agostino” e “Inveges” che presenteranno lavori dedicati al magistrato.

 

L’iniziativa è un appuntamento di “Sciacca libri in festa”, la rassegna promossa e organizzata dal Comune di Sciacca, assessorato alla Cultura, in collaborazione con la biblioteca comunale “Aurelio Cassar”, inserita nell’iniziativa nazionale “Maggio dei Libri”.

 

La città di Sciacca ricorda così l’ attentato esplosivo compiuto da Cosa Nostra il 23 maggio 1992 nei pressi di Capaci, una strage per cui si sta cercando ancora di far luce. Come riporta il “Fatto Quotidiano”, “Ventisette anni dopo ci sono due nuovi indagati: il pentito catanese Maurizio Avola, sicario di Cosa nostra, ed il boss Marcello D’Agata, uno dei luogotenenti di maggiore fiducia dello storico capomafia Benedetto Santapaola. A indagare è la procura di Caltanissetta, l’ufficio giudiziario competente delle indagini sulla strage.

 

Avola si è autoaccusato di avere avuto un ruolo nella fase preparatoria dell’attentato: nei mesi precedenti alla strage di Capaci, sostiene di aver trasportato detonatori e tritolo a Termini Imerese, mettendoli a disposizione di Cosa nostra di Palermo. Con lui c’era anche D’Agata. Ma non solo. Perché ai magistrati, guidati dal procuratore Amedeo Bertone, il pentito ha rivelato di un ruolo avuto dalla mafia americana nell’attentato: agli inizi del 1992 avrebbe conosciuto un artificiere statunitense esperto in esplosivi inviato in Sicilia dal boss John Gotti. Dopo diversi interrogatori, che si sono protratti nel tempo, Avola avrebbe prima parlato in maniera non precisa “dell’inviato americano”, poi lo avrebbe identificato fornendone un identikit”.

 

Insomma, non solo commemorazione, per fortuna. Anche se a quasi trent’anni di distanza, si prova a rendere giustizia alle famiglie di Falcone, di sua moglie e degli uomini della scorta.

 

Letto 323 volte Ultima modifica il Mercoledì, 22 Maggio 2019 14:32

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