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05
Luglio

Inchiesta "Conto salato", smentito il coinvolgimento di un politico saccense

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Pubblicato in Attualità

 

I provvedimenti giudiziari delle scorse ore, ovverosia quelli riguardanti l'indagine antifrode condotta dalla procura della Repubblica e dalla Guardia di finanza di Sciacca,

sono stati tesi a scongiurare il blocco del ciclo produttivo dell'industria ittico conserviera finita sotto inchiesta.

 

Obiettivo specifico degli inquirenti, dunque, quello di evitare che i dipendenti dell'azienda restassero improvvisamente senza lavoro. È quanto viene fuori dal fronte investigativo, nell'ambito di un'indagine assai delicata, che ha visto le Fiamme Gialle notificare il sequestro preventivo per “equivalente” di un immobile per il valore corrispondente dell'importo che sarebbe stato “distratto” di un milione e 93 mila euro di incentivi nazionali e comunitari.

 

Un'inchiesta, quella denominata “Conto salato”, che vede al momento 5 persone indagate, tutte di Sciacca: sono tre imprenditori (la titolare dell'industria, il marito e il fratello di lui) e due professionisti. Soggetti accusati a vario titolo di falsità ideologica, truffa aggravata per il conseguimento di pubbliche erogazioni, emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti per un valore complessivo di oltre 3 milioni e 260 mila euro e autoriciclaggio di denaro per circa 1 milione e mezzo.

 

Soldi che sarebbero stati dunque indebitamente percepiti per la realizzazione di una struttura per la trasformazione e la conservazione di prodotti ittici freschi. Un'inchiesta iniziata due anni fa e che, stando a quanto ha riferito ieri la Guardia di finanza di Sciacca agli ordini del capitano Carluccio, ha permesso ad inquirenti ed investigatori di riscontrare condotte illecite che sarebbero state poste in essere dai tre saccensi titolari di fatto e di diritto di altrettante società utilizzate per percepire, in maniera indebita, finanziamenti pubblici.

 

Condotta posta in essere come detto anche ricorrendo all’ausilio di due professionisti saccensi incaricati della progettazione tecnica e finanziaria dell’intervento, i quali, alla fine, hanno predisposto e firmato la documentazione di rendicontazione destinata agli organi regionali per la liquidazione degli incentivi pubblici.

 

Bocche cucite al momento da parte dei magistrati (l'inchiesta è condotta dai sostituti Del Turco e Marrone) sull'identità dei predetti professionisti. Nelle scorse ore sono circolate alcune indiscrezioni sul presunto coinvolgimento di un importante politico saccense. Indiscrezioni, tuttavia, che a quanto apprendiamo, non hanno alcun fondamento.

 

Ricordiamo inoltre che l'indagine “Conto salato” ha registrato anche la denuncia a carico di altri 3 imprenditori per l'ipotesi di reato di emissione di fatture per operazioni inesistenti in favore della società beneficiaria del contributo pubblico. Nel corso dell’intervento è stata riscontrata, infine, la presenza di una costruzione abusiva in cemento armato edificata su due piani senza alcuna delle necessarie autorizzazioni di edificabilita. Per questa ultima violazione è stato denunciato all’Autorità Giudiziaria il rappresentante legale della societa proprietaria della struttura per avere eseguito i lavori in assenza di permesso di costruire. Un'inchiesta che potrebbe anche non essere ancora finita.

 

Letto 990 volte Ultima modifica il Venerdì, 05 Luglio 2019 17:22

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