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11
Ottobre

Porto e non solo. Quando il degrado si tocca con mano

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Pubblicato in Attualità

 

 

Quando il degrado si tocca con mano e si odora col naso.

Ecco come si presenta da qualche giorno, e per l'ennesima volta peraltro, l'area portuale di Sciacca, sì la stessa che si è costretti a segnalare in televisione prima che si possa procedere ad una pulizia straordinaria per la restituzione dei luoghi al loro originario decoro. Perché è indicativo che in una zona così importante per l'economia e per la dignità di chi lavora, le pulizie siano straordinarie, quando invece dovrebbero essere diuturne.

 

I rifiuti che si sono accatastati per terra nel corso del tempo sono ormai di ogni tipo e genere: non solo i residui della giornaliera lavorazione dei pescatori (reti in disuso, corde da ormeggio, cassette di legno e di polistirolo che hanno contenuto il pescato, scarti di pesce e così via) ma anche sacchetti di plastica contenenti a loro volta la spazzatura ordinaria. Non mancano poi i rifiuti più o meno ingombranti.

 

Non si capisce perché – ci viene segnalato dai frequentatori della marina – da queste parti non possano essere collocati dei normali cassonetti per la raccolta dei rifiuti, cosa che permetterebbe quanto meno, in assenza di un intervento quotidiano di pulizia, di ricevere la spazzatura in maniera più ordinata, senza che si accumuli nella maniera vergognosa con la quale invece si accatasta. E i primi a denunciare questo stato di cose sono gli stessi operatori del porto, stanchi di ripetere sempre le stesse cose e di vedersi piovere addosso, in una sorta di beffa che si aggiunge al danno, le accuse di non avere a cuore la pulizia del porto. Un nuovo intervento di bonifica si impone in tempi urgenti, ancorché nel quadro di una condizione generale, quella che riguarda i tempi e le modalità di smaltimento dei rifiuti, che sta registrando gravissimi problemi, come sanno i cittadini residenti, che periodicamente apprendono che il ritiro della frazione umida dovrà essere rinviato. L'area portuale non è solo un luogo di lavoro per centinaia di persone. No, è anche un vero e proprio sito turistico, meta giornaliera di visitatori. È una zona che, stando a quanto si apprende, non sarebbe tra quelle coperte dal piano ARO. Rimane il fatto che ci vorrebbero almeno i cassonetti. Per non parlare dell'isola ecologica, quella struttura in legno peraltro esteticamente non male finanziata con il GAC, che continua ad essere chiusa e non funzionante, probabilmente per qualche impedimento in corso negli uffici della Regione. A fronte di una situazione che forse può essere complicata sul piano burocratico e procedurale, la realtà che viene fuori è uno stato di abbandono igienico sanitario dell'area portuale che definirsi inaccettabile è forse fare solo ricorso ad un eufemismo.

 

Abbandono che appartiene anche ad un’altra area della città, decine di volte al centro delle nostre segnalazioni. Stiamo parlando della zona compresa tra via Mazzini e l’ex mattatoio, un piccolo polmone verde in pieno centro trasformato da incivili in discarica. Le immagini di questo reportage all’interno del parco sono di un cittadino, indignato, come molti del degrado e la sporcizia che insistono nella zona. Rifiuti disseminati in svariati punti, sacchetti della spazzatura, bottiglie di vetro, elettrodomestici. Di tutto, in un’area anche questa vista dai turisti, area una volta popolata da anziani che passavano il loro tempo nei pressi dell’antica chiesetta rupestre di Sant’Onofrio, oggi invece luogo per alcuni incvivili di abbandono incondizionato di rifiuti. Senza nessun controllo, senza nessuna remora, sanzione e nella totale anarchia.

 

Letto 676 volte Ultima modifica il Venerdì, 11 Ottobre 2019 14:24

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