Così Intercopa che, ad un mese e mezzo di distanza, dichiara di non comprendere e, soprattutto, manifesta preoccupazione per la situazione di stasi che si registra sulla stesura dello Statuto per costituire la nuova società che dovrà sostituire la “Girgenti Acque”.
Sulla delibera che ha dato il via all’Azienda Speciale Consortile difficilmente qualcuno ha creduto che l’unanimità del voto dei sindaci sia stato l’effetto di convincimento e non invece il sottrarsi alla sicura “lapidazione” dei cittadini e comitati, dichiara oggi Franco Zammuto, ma non ci si aspettava comunque che i malesseri affiorassero immediatamente dopo. Intercopa evidenzia come in questo mese e mezzo si sia assistito unicamente ad una serie di interventi che destano preoccupazione. Si fa riferimento
ad esempio alla diffida Regionale di procede alla realizzazione del piano d’ambito pena il commissariamento, all’ordinanza del Sindaco di Raffadali di autogestione delle reti idriche; alla determina della Presidente dell’ATI di pagamenti forfettari del consumo anche a chi era fornito di contatori e conseguenze presa di posizione dei Commissari Prefettizi, ai vari interventi di comitati e associazioni, per arrivare anche chi ha chiesto il commissariamento dell’ATI, alla stregua di quanto fatto dalla Regione con la diffida. Non si può che essere preoccupati per quanto sta accadendo, sostiene Intercopa, soprattutto in relazione al tanto invocato commissariamento dell’ATI come se questa possa rappresentare la soluzione utile al raggiungimento dell’obiettivo al centro delle battaglie di questi anni per tornare ad una gestione pubblica dell’acqua. Ammesso che l’ATI non funzioni perché chiedere l’azzeramento e non le dimissioni del solo direttivo e il suo avvicendamento? Questo il dubbio sollevato da Intercopa.