ad avanzare la proposta di intitolare alla piccola Carola la scuola che frequentava, il plesso di Via Catusi del primo circolo didattico “Giovanni XXIII”. Stiamo parlando, naturalmente, della piccola Carola Benedetta Catanzaro, la bambina che ha perso la vita a causa di un aneurisma a soli dieci anni, lo scorso 16 novembre e i cui organi sono stati donati dai genitori.
Sindaco e assessore hanno inviato una lettera alla dirigente scolastica Gabriella Scaturro e al presidente del consiglio di circolo Laura Cuschera, attraverso cui motivano la proposta di intitolare l’edificio scolastico di Via Catusi all’ alunna scomparsa.
“Ancora oggi – scrivono il sindaco Valenti e l’assessore Mondino – è forte la commozione di tutti i cittadini, che si sono stretti attorno alla famiglia della piccola scomparsa, sottolineando in particolare la decisione di donare gli organi. Il sorriso, l’intelligenza e la generosità della piccola Carola sono vivi in ciascuno di noi. In questi giorni - continuano - numerosi cittadini hanno espresso all’Amministrazione comunale il desiderio che la morte della piccola Carola e il generoso gesto dei genitori non passino inosservati; desiderio condiviso dall’Amministrazione secondo cui la piccola Carola, simbolicamente, testimonia che donare organi è segno di civiltà, di grande generosità: pensare che il cuore di un nostro caro possa vivere in un’altra persona è un concetto pesante da accettare, ma una volta capito, sia bellissimo. L’unica certezza che ci rimane però è una sola, profonda, che nasce dal cuore e dall’anima, non solo a Natale ma tutto l’anno. Si auspica, perciò – concludono il sindaco Valenti e l’assessore Mondino - che la Direzione Didattica I Circolo voglia procedere all’intitolazione, alla piccola Carola Benedetta Catanzaro, dell’edificio scolastico frequentato dalla bambina”.
Intitolazione che farebbe seguito alla scelta di pochi giorni fa, ad esempio, di dedicare la palestra dell’Ipia a Sebastian e Vincenzo Soldano, altri due figli di Sciacca che hanno perso la vita in un incidente stradale; all’intitolazione di una strada ad Orazio Capurro, il giovane medico saccense prematuramente scomparso; oppure ancora a Alessandro La Rosa, nome dato ad una piazza della Perriera, altro ragazzo che è salito in cielo troppo presto, la cui cui morte ha permesso ad altri di andare avanti grazie agli organi che i suoi genitori, così come quelli di Carola Catanzaro, hanno avuto il coraggio di donare.