Le concessioni che erano in scadenza continueranno a valere, dunque, fino al 2033. Le proroghe appena approvate riguarderanno solo le concessioni già esistenti ed i gestori dei lidi dovranno farne richiesta entro il 31 dicembre 2020. Si parla di quasi 2.800 concessioni sul demanio che fruttano alla Regione ogni anno tra gli 8 e i 10 milioni, rappresentando il 4% del Pil siciliano.
Approvazione all’Assemblea Regionale Siciliana che arriva poco dopo il sì, a Roma, di un analogo provvedimento. L’ accordo regionale tra la maggioranza di centrodestra ed il PD ( sulla scia del patto di governo nazionale ) ha permesso di varare la norma nonostante il parere contrario dei cinquestelle, per cui la legge sarebbe un grave errore, poiché, dal loro punta di vista, i privati diventerebbero in questo modo i padroni delle spiagge.
“Con questa norma – replica, invece, al Giornale di Sicilia l’assessore all’ambiente Totò Cordaro – salviamo un settore che dà lavoro a circa 100 mila persone. Da quando si era saputo che le concessioni stavano scadendo le banche non concedevano più prestiti e garanzie agli imprenditori, che quindi non potevano più portare avanti i loro investimenti”.
Cordaro ricorda che le attuali concessioni sono 2.975. Di queste 65 sono state rilasciate quest’anno. Segnale – ha continuato l’assessore sempre in risposta ad un’altra critica dei grillini – che non è vero che si stanno bloccando nuove imprese e che, se arriveranno richieste per collocare altri stabilimenti balneari in nuovi tratti di costa, queste verranno esaminate attentamente.
“Sappiamo bene – hanno infatti spiegato i deputati del PD - che in questo settore gli aspetti da migliorare sono molti, bisogna innanzitutto incrementare le verifiche in fase istruttoria così come i controlli sul campo a garanzia del rispetto ambientale e delle tutele per i lavoratori".
A tal proposito è intervenuta anche Giusy Savarino, presidente della commissione Ambiente dell’Ars, specificando che “frutto della legge sarà anche una revisione dei canoni di concessione. Provvederemo – ha dichiarato – di rivisitare questi canoni creando delle fasce diverse per importanza e flussi turistici. “Faremo in modo – ha concluso Savarino – che una concessione a Taormina non valga quanto una a Carini”.