che ha deciso sostanzialmente di chiudere le porte a matrimoni che prevedono l'arrivo in Chiesa di spose troppo scollacciate. Il parroco, che ha recentemente festeggiato il proprio cinquantesimo anniversario di ordinazione sacerdotale, lo ha scritto a chiare lettere sulla sua pagina facebook e dichiarato in qualche intervista. "Si può essere eleganti, ma rispettare al tempo stesso la sacralità della chiesa" - ha detto padre Nuara, a Ribera dal 2002, prima presso la chiesa di San Francesco e adesso all'Immacolata. Nuara, non nuovo a dichiarazioni che suscitano ampi dibattiti pubblici, ha aggiunto di essere un estimatore dell'arte, compresa quella espressa dal corpo femminile, ma di essersi visto sempre più volte costretto a richiamare spose che, per il giorno più bello della loro vita, avevano decisamente esagerato, presentandosi in qualche caso quasi nude – ha affermato. In altri termini, non intende più accogliere nella sua chiesa promesse spose che non abbiano un abito adeguato al luogo e alla funzione sacra richiesta. “Non mi stupisce – dice don Antonio – il nudo in una galleria d’arte, ma per la strada o nei luoghi d’incontro si”. Il prete, quindi, fa appello alla delicatezza ed al rispetto, ma sono diversi gli utenti che non la pensano come lui. Sui social ne è nato un ampio scontro tra visioni diverse, alcune volte agli antipodi. Alcuni si sono detti favorevoli all'iniziativa del sacerdote e d'accordo con la sua presa di posizione, altri, invece, lo tacciano di bigottismo e, in generale, emerge un invito bonario ad una maggiore elasticità. Tra i commenti, un utente scrive: “Credo che i problemi della chiesa di oggi, non siano le scollature delle spose, ma ben altri”, mentre un altro commenta: “Mi sfugge a dire il verso l'esigenza di scollacciarsi in chiesa”. Tra l'altro, è di poche settimane fa il nuovo Sussidio pubblicato dall'arcivescovo di Agrigento cardinale don Francesco Montenegro denominato “Celebrare con arte e bellezza il sacramento nuziale”, con le nuove indicazioni liturgiche e pastorali trasmesse sia alla chiesa agrigentina sia ai futuri promessi sposi. Insomma, da qualsiasi punti di vista si osservi la questione basterebbe rispettare la regola più antica del mondo: quella del buon senso.