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18
Febbraio

Acqua. Allarme dei commissari: "Gestione in deficit, potremmo doverci fermare"

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Pubblicato in Attualità

È indicata nero su bianco, nell'ultima diffida all'ATI firmata dal dirigente generale del Dipartimento regionale Acqua e Rifiuti Salvatore Cocina e datata 17 febbraio, la critica netta della Regione all'Assemblea Territoriale Idrica di essere stata inadempiente sia sulla necessità di dirimere i dubbi circa i comuni effettivamente titolati a gestire direttamente l'acqua in base all'articolo 147, sia sulla questione della mancata acquisizione degli impianti da parte di quei comuni che sin dall'inizio si sono sottratti da tale adempimento. Stiamo parlando dei cosiddetti "comuni ribelli".

Visto la piega che ha preso la vicenda, il rischio, paventato da più parti, a partire dagli stessi commissari prefettizi che dopo l'interdittiva antimafia gestiscono le casse di Girgenti Acque, è che la diffida firmata da Cocina ponga di fatto l'accento sull'ipotesi che il servizio idrico possa prima o poi venire interrotto per deficit finanziario. Appare ormai dietro l'angolo, infatti, il pericolo che le banche comincino a negare ulteriori anticipazioni di cassa. E, d'altronde, sono stati gli stessi commissari prefettizi, lo scorso 14 febbraio, a non escludere una possibile sospensione del servizio idrico integrato per deficit finanziario strutturale. Tali fattispecie sono state poste all’attenzione dei sindaci.

Questo scenario rappresenta una autentica spada di Damocle su tutta la vicenda, posto che la legge continua a stabilire che le acque dell'ambito vadano affidate ad un gestore unico, e se la scelta fatta dall'ATI è stata quella della società consortile, si procederà in tale direzione. Ma se il pericolo serio è quello che prima o poi l'attuale gestore chiuda i rubinetti (nel vero senso della parola), è di tutta evidenza che il commissario, che sarà nominato se tra trenta giorni non si saranno sciolti tutti i nodi, potrebbe disporre del potere di prendere atto che i comuni non hanno i soldi necessari per gestire e, di conseguenza, potrebbe affidare la gestione ad un altro privato. Come dire che si ripeterebbe il film già visto tredici anni fa. Insomma: la questione è assai più complicata di come appare, e merita di essere seguita con estrema attenzione.

Letto 471 volte Ultima modifica il Martedì, 18 Febbraio 2020 18:55

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