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19
Febbraio

Terme, niente "spezzatino": nel bando tutti i beni

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Pubblicato in Attualità

Non ci sarà alcuno spezzatino: il bando regionale per la scelta del privato che riaprirà le Terme di Sciacca

è tuttora in fase di elaborazione, e comprenderà tutti i beni del patrimonio, comprese le grotte vaporose di San Calogero, già inserite nella manifestazione d'interesse con quello che abbiamo imparato a conoscere con la denominazione di addendum. Lo ha detto l'assessore al Turismo Sino Caracappa al termine di una delle numerose riunioni che si susseguono giorno dopo giorno a Palermo, negli uffici che si occupano delle società partecipate della Regione siciliana. Riunioni alle quali il comune di Sciacca sta partecipando proprio con la presenza dello stesso Caracappa. A simboleggiare un po' come, stavolta, si stia tentando di convincere la Regione, ancorché proprietaria del patrimonio termale, che non può più prendere decisioni autonome senza che la città ne sia partecipe attivamente. Di riunioni ce ne saranno altre, perché l'obiettivo è quello di arrivare ad un bando che non sia incompiuto, anche se è noto a tutti che il comune ha chiesto di lasciare fuori il parco delle Terme, su cui vuole intervenire attraverso dei progetti di riqualificazione per i quali sono stati richiesti i necessari finanziamenti. Altri dubbi sono quelli che riguardano la destinazione del convento di San Francesco. Pare sia da considerarsi significativo che agli ultimi vertici palermitani abbia partecipato anche Carlo Turriciano, commissario liquidatore della Terme di Sciacca s.p.a., società che continua ad avere sul groppone il palazzo dell'ex Motel Agip, per il quale non riesce a trovare un compratore, questione che rallenta il completamento di questa liquidazione. L'attesa dunque è per un bando nel quale, però, c'è chi non crede, soprattutto alla luce di un'esperienza ultraventennale, quella iniziata dopo il varo della legge Capodicasa, e anche in considerazione del fatto che la Regione siciliana non considera le Terme un bene strategico su cui programmare il futuro. Scarsa attenzione e poca considerazione che sarebbero rivelatrici di uno scenario nel quale il governo di Palermo non investirà mai più un centesimo, soprattutto dopo che, nell'ambito della liquidazione in corso ormai da anni, ha ricomprato beni che le appartenevano già, come le stesse Piscine Molinelli.

Cosa aspettarsi dal futuro è dunque un'impresa ardua. Il bando di fatto ancora non c'è, ma potrebbe esserci a breve. Se anche questa volta tutto si risolvesse con un nulla di fatto, bisognerebbe pensare ad un'altra soluzione. Conseguenza: sarà trascorso ancora altro tempo, a quattro anni dal sigillo apposto sulle strutture termali, con tutto il degrado che ne è conseguito. Ma tentare non nuoce, soprattutto perché non è giusto rassegnarsi. E in questo senso è ammirevole il lavoro svolto dalle associazioni civiche, dall'associazione #OraBasta di Ignazio Messina, che col suo tavolo tecnico fatto di esperti un'ipotesi di bando l'ha pure licenziata, al comitato patrimonio termale, che continua a tentare di solleticare l'orgoglio di una Sciacca che si è vista soffiare da sotto il naso il suo futuro senza colpo ferire. Prima o poi si capirà davvero la storia di una città dove, mentre la sua classe dirigente indigena si attardava a litigare, non ci si accorgeva accorta che qualcuno, da lontano, ad esempio da Palermo, la stava espugnando. Un po' come Sagunto.

Letto 532 volte Ultima modifica il Mercoledì, 19 Febbraio 2020 15:09

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